Unimore prosegue il suo impegno nel contrasto alle discriminazioni con il progetto finanziato dall’Unione europea Cities – Cities Initiative Towards Inclusive and Equitable Societies. Il progetto prevede un lavoro integrato territoriale di cui è capofila l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia e che, oltre a Unimore, vede impegnati anche il Comune di Modena e la Fondazione Mondinsieme.

Si tratta della prima esperienza progettuale sul tema a vedere coinvolte insieme queste istituzioni, mentre il partenariato del progetto europeo si compone di una quindicina di soggetti tra Comuni, Regioni e istituzioni nazionali e internazionali.

Cities si fonda infatti sull’esperienza della rete italiana Città del Dialogo e vede la partecipazione dei Comuni di Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Olbia e Casalecchio di Reno (Bologna), dell’Università di Modena e Reggio Emilia, della Fondazione Mondinsieme di Reggio Emilia e di Icei, Ong con sede a Milano che coordina la rete italiana Città del Dialogo.

Il progetto conta inoltre sul supporto di importanti realtà nazionali e internazionali: le Regioni Emilia-Romagna e Sardegna, l’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali (Unar), le città di Leuven (Belgio) e Strasburgo (Francia), il Consiglio d’Europa – programma “Intercultural Cities” e le reti delle città interculturali della Spagna, del Portogallo e della Svezia.

Per Unimore sono coinvolti in qualità di coordinatrice del gruppo di docenti la Prof.ssa Rita Bertozzi, associata di Sociologa dei processi culturali presso il Dipartimento di Educazione e Scienze umane nonché Presidente del CUG di Unimore, la Prof.ssa Tindara Addabbo, ordinaria di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia “Marco Biagi” nonché Delegata del Rettore per le Pari Opportunità, il Prof. Thomas Casadei, ordinario di Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza, nonché Direttore del CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità e delegato alla Comunicazione per l’Ateneo.

Il progetto Cities ha simbolicamente preso avvio il 21 marzo scorso, nella “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale” e si concluderà nel marzo del 2026.

Il progetto si pone tre importanti obiettivi. Il primo è quello di elaborare e mettere in atto nelle cinque città coinvolte strategie di contrasto alle discriminazioni che adottino la prospettiva dell’intersezionalità. Queste strategie saranno esito di percorsi partecipati, che coinvolgeranno il personale degli enti e la società civile, con particolare attenzione alle persone più esposte al rischio di subire discriminazioni. A tal scopo saranno previsti interventi formativi rivolti a diversi target e la realizzazione di incontri territoriali di confronto sui contenuti. L’implementazione delle strategie potrà avvalersi anche del potenziamento degli sportelli antidiscriminazioni e dell’avvio di osservatori locali.

Il secondo obiettivo è lo sviluppo, sotto la supervisione scientifica di Unimore e con l’apporto del CRID, di un efficace sistema di raccolta e analisi dei dati sulle diseguaglianze e le discriminazioni che consenta alle amministrazioni coinvolte di andare alle origini di diverse forme di discriminazione e di monitorare, valutare e progettare azioni antidiscriminatorie a livello locale.

Il progetto mira, inoltre, a rafforzare il ruolo chiave delle città nella prevenzione e nel contrasto delle discriminazioni, sia attraverso un percorso di scambio e confronto internazionale con le città di Leuven e Strasburgo, sia attraverso la condivisione dei risultati di progetto con le reti di città che fanno capo al Consiglio d’Europa e con le autorità regionali e nazionali.

Il progetto consentirà dunque di lavorare in una prospettiva che aiuterà le amministrazioni locali coinvolte ad affrontare temi come la diversità e l’uguaglianza nella definizione delle politiche pubbliche: di qui l’importanza della partecipazione di Unimore anche nella prospettiva della terza missione e della funzione sociale dell’Università.

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