Malattie cardio-vascolari, problemi respiratori, disturbi derivati dall’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti. Sono solo alcuni dei principali rischi per la nostra salute connessi alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Per affrontarli e offrire soluzioni concrete nasce ora TRIGGER, nuovo progetto di ricerca europeo guidato dall’Università di Bologna.

Finanziato con oltre 10 milioni di euro nell’ambito di Horizon Europe, il progetto coinvolge 22 partner in quindici paesi che costruiranno insieme un nuovo servizio internazionale di monitoraggio per la protezione della salute globale, in linea con le iniziative europee offerte da COPERNICUS. L’Università di Bologna, con il Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” come capofila, insieme al Dipartimento di Architettura e al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, coordinerà il progetto al quale partecipano in qualità di partner anche l’IRCSS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e l’IRCSS Istituto delle Scienze neurologiche.

TRIGGER prenderà il via ufficialmente con un kick-off meeting in programma a Bologna dal 14 al 16 settembre presso il Complesso di Santa Cristina (Piazzetta G. Morandi, 2). Nella giornata di apertura, mercoledì 14, a partire dalle 16,30 fino alle 18,00 è prevista anche una sessione pubblica, aperta a tutti, con due keynote lecture su clima e salute tenute da Sylvain Sebert (University of Oulu, Finlandia) e Francesca Di Giuseppe (ECMWF – Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine).

Nonostante le iniziative messe in campo a livello internazionale e dalla Commissione Europea, i dati mostrano che il cambiamento climatico è in corso e i suoi effetti si stanno intensificando. Con conseguenze preoccupanti anche per la nostra salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che entro il 2030 i danni causati dal cambiamento climatico a livello globale sulla salute umana possono essere stimati tra 1,7 e 4 miliardi di dollari.

“Vogliamo arrivare a conoscere in modo più approfondito le connessioni che legano clima, salute ed ecosistemi, e utilizzare poi queste nuove conoscenze per offrire strumenti e soluzioni efficaci”, spiega Silvana Di Sabatino, professoressa al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto. “Per questo realizzeremo un ampio studio clinico internazionale, basato su un approccio multidimensionale, sfruttando anche i numerosi dati già disponibili”.

Gli studiosi metteranno a punto quindi una serie di indagini multidisciplinari per individuare e raccogliere conoscenze approfondite sui diversi aspetti connessi al rapporto tra clima e salute. I lavori si concentreranno in particolare su aree direttamente colpite dagli impatti del cambiamento climatico, che stanno subendo ad esempio un aumento delle ondate di calore, un peggioramento della qualità dell’aria o prolungati periodi di siccità.

“Il progetto metterà a punto nuovi strumenti utili per rafforzare i meccanismi di sorveglianza e di controllo del rischio”, dice ancora Di Sabatino. “Partendo da chiare evidenze scientifiche sulle connessioni tra clima, ambiente e salute, arriveremo ad offrire linee guida e informazioni utili per supportare decisioni e azioni efficaci”.

Al raggiungimento degli obiettivi del progetto concorrerà la creazione di cinque Climate-Health Connection Labs: centri europei pensati per connettere cittadini, esperti e decisori politici in modo da arrivare a soluzioni innovative e condivise.

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