Una giornata dedicata al trattamento in carcere dei cosiddetti “sex offender”, ovvero persone che hanno commesso reati a sfondo sessuale. Intervengono all’incontro docenti, giuristi, criminologi, psicologi, operatori penitenziari e dei diritti dei detenuti, per dialogare e confrontarsi a partire, soprattutto, dalle esperienze della Casa circondariale S. Anna di Modena.

“Il trattamento in carcere delle persone autrici di violenza di genere e di reati sessuali, tra diritti, buone prassi e prospettive future” è il convegno organizzato dalla Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Modena, la professoressa Giovanna Laura De Fazio, insieme al Garante regionale Roberto Cavalieri, in programma giovedì 11 aprile a Modena, dalle 9.30, presso l’Aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore, in via San Geminiano 3.

L’evento è promosso dal Comune di Modena, attraverso l’assessorato alle Politiche sociali, e dal Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e Marche, con l’Università di Modena e Reggio Emilia – Dipartimento di Giurisprudenza e la Camera penale Carl’Alberto Perroux di Modena.

Il convegno si propone di fare luce su chi ha compiuto violenza di genere e reati sessuali e sconta la propria pena in apposite sezioni “protette” del carcere. Si tratta infatti di persone che necessitano di percorsi penitenziari differenziati avendo commesso reati contrari all’etica della “sottocultura” carceraria, e quindi invisi agli altri detenuti, con conseguente potenziale pericolo per la loro incolumità. Tuttavia, la collocazione in sezione protette all’interno degli istituti penitenziari comporta il rischio di una loro marginalizzazione e si traduce nella presenza di notevoli difficoltà nella programmazione di interventi trattamentali individualizzati e di prevenzione della recidiva.

Un focus specifico dell’iniziativa, quindi, riguarda il carcere di Modena che attualmente ospita nella sezione “protetti” all’incirca un centinaio di persone, dove la situazione di sovraffollamento rende particolarmente complicata la gestione di questi reclusi, che rappresentano una parte ridotta ma non trascurabile nel contesto penitenziario italiano (circa il 4 per cento dell’intera popolazione penitenziaria).

Il convegno, in particolare, ha l’obiettivo di mettere in luce gli interventi di trattamento  possibili all’interno del carcere, discutendo anche percorsi che possano preludere all’accesso ai benefici e alle misure alternative alla detenzione.

I lavori del convegno si svolgono al mattino, dalle 9.30 alle 13.30, e al pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.30. I lavori della mattinata, aperti da un intervento del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, sono dedicati alla trattazione di problematiche giuridiche e trattamentali, a cura di esperti giuristi e criminologi; la sessione pomeridiana, invece, riguarda l’esposizione dei programmi di trattamento attivi all’interno del carcere di Modena e in alcune realtà penitenziarie regionali e interregionali.

Sono già quasi cento (su un totale di 120 posti disponibili) gli operatori, professionisti e cittadini iscritti alle sessioni di lavoro. Il programma completo del convegno è disponibile sul sito www.assemblea.emr.it/garante-detenuti/iniziative.

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