Il Comune di Reggio Emilia e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia hanno condotto uno studio sulla condizione abitativa sul territorio comunale, con particolare attenzione dedicata al tema del mercato dell’affitto, al fine di approfondire le esigenze e le prospettive di chi è proprietario di immobili residenziali e i bisogni di chi cerca un alloggio in affitto. Alla ricerca hanno risposto 452 proprietari di immobili: di questi, in particolare, 139 hanno dichiarato di non voler affittare il proprio immobile, su un totale stimato di circa 3.000 alloggi sfitti in città.

Il lavoro di ricerca ha coinvolto diversi soggetti associativi di rappresentanza degli inquilini e dei proprietari o comunque attivi sui temi delle politiche abitative: Acer, Asppi, Assocasa Ced, Caritas, Città Migrante, Confabitare, Confedilizia, Fiaip, Iren, Mondinsieme, Sicet, Sunia, Uniat, Unione Inquilini, Uppi.

 

HANNO DETTO – Gli esiti della ricerca sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’assesore a Casa e Partecipazione Lanfranco de Franco e Matteo Rinaldini, docente di Sociologia del lavoro e dell’organizzazione di Unimore.

“Questo approfondimento – ha dichiarato l’assessore alla Casa Lanfranco de Franco – aiuterà a impostare le future politiche abitative del nostro comune in materia di affitti residenziali per favorire un migliore incontro tra domanda e offerta. Da poche settimane con l’approvazione del Regolamento specifico, abbiamo attivato lo strumento del Patto per la Casa a Reggio Emilia. I dati raccolti saranno sicuramente importanti per impostare un servizio maggiormente coerente con le esigenze di proprietari e futuri inquilini. Ringrazio le associazioni che ci hanno aiutato nella stesura del questionario e Unimore per l’importante lavoro svolto”.

Il professor Matteo Rinaldini ha invece approfondito i dati emersi dall’indagine, mettendo in evidenza il carattere di “ricerca partecipata” tra molteplici soggetti e spiegando che si inserisce in una ricerca più ampia promossa dal Dipartimento di Comunicazione e Economia di Unimore sulla questione abitativa.

 

I DATI RELATIVI AGLI IMMOBILI NON AFFITTATI – Dall’analisi delle risposte sono emersi alcuni elementi peculiari. In particolare, che i proprietari che non affittano rispetto a quelli che affittano risultano più frequentemente avere l’immobile nello stesso stabile in cui risiedono. Questo aspetto potrebbe agire sulla disponibilità a mettere in affitto l’immobile.

L’80,6% dei proprietari che non affittano possiede solo l’immobile vuoto (oltre a quello in cui risiede). Il 9,4% ne possiede due, il 10,1% più di due. Inoltre, più del 50% di chi non affitta ha ricevuto l’immobile tramite eredità o donazione e circa il 60% risulta essere completamente arredato. Dei 3.000 alloggi sfitti, il 35% risulta esserlo da più di 3 anni, mentre il 20% da più di un anno.

La principale ragione per cui i proprietari che non affittano hanno deciso di uscire dal mercato degli affitti è che non riescono a trovare potenziali inquilini affidabili economicamente (21%) seguita dalla indisponibilità ad assumersi gli impegni a correre i rischi che comporta affittare un immobile (19%).

Il 27% di coloro che non intendono affittare l’immobile di proprietà non ha avuto alcuna esperienza negativa in passato. Tra chi invece ha indicato di avere avuto problemi, prevale la criticità morosità degli inquilini (19%) e danni all’immobile (16%).

Ciò che più di ogni altra cosa porterebbe i rispondenti a mettere in affitto l’immobile attualmente sfitto è avere maggiore garanzie di rientrare in possesso dell’alloggio in caso di morosità (27%), seguito a distanza dal trovare inquilini adeguati alle aspettative (18%). Se si raggruppano le risposte riferite a maggiori garanzie di rientrare in possesso dell’immobile (al di là delle ragioni per cui si intende rientrare in possesso) l’incidenza sul totale sale al 47%. Le ragioni relative a supporti per il matching domanda/offerta, agevolazioni fiscali e snellimento delle procedure burocratiche non vanno oltre, messe insieme, il 16%.

 

CHI CERCA IN AFFITTO – All’indagine hanno risposto 172 cittadini che hanno dichiarato di essere alla ricerca di un alloggio in affitto. Nel complesso, se si osserva il loro profilo socioanagrafico, emergono differenze con il profilo dei proprietari di immobili, a cominciare dal dato generazionale: da una parte una città di giovani (chi cerca un affitto) dall’altra una città di persone con un’età avanzata (i proprietari).

Il 60% delle persone alla ricerca di un alloggio ha inoltre almeno un figlio. Oltre il 30% del campio è risultato composto da persone che sono già in affitto e che cercano un altro alloggio, a causa di problemi urgenti (scadenza contratto, sfratto imminente, meigliori condizioni contrattuali).

Tra le persone che cercano un alloggio, un quarto del campione intervistato vive con i genitori e intende intraprendere un percorso di autonomia. Un altro quarto, invece, cerca un alloggio in seguito ad esperienze di separazione.

Il 41% di chi ha risposto al questionario è in cerca di un alloggio in affitto da più di un anno.

L’87% di chi cerca casa in affitto ha interesse per un contratto duraturo perché intende stabilirsi a Reggio Emilia. Il 60% è disponibile a spendere tra i 300€ e i 500€ al mese (comprese le spese condominiali).

Tra le ragioni principali per cui non si riesce a trovare un affitto ci sono i prezzi troppo elevati e la diffidenza dei proprietari verso chi ha usi e abitudini diverse dalle persone autoctone e la presenza di figli (soprattutto minori).

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