Prosegue l’impegno di CGIL CISL UIL Emilia Romagna per l’affermazione dei diritti e della dignità delle donne, attraverso la prevenzione e il contrasto di ogni forma di discriminazione nonché di molestie e violenze di genere, tanto nei luoghi di lavoro quanto in contesti esterni.

In tale ambito si inserisce anche il tema dell’educazione finanziaria: elemento prioritario tra le politiche protese alla promozione dell’autonomia economica e dell’empowerment femminili, con ricadute positive anche in materia di contrasto alla violenza di genere.

Da qui il progetto nazionale di educazione finanziaria promosso da Banca d’Italia in collaborazione con CGIL CISL UIL “Le donne contano: l’educazione finanziaria per le lavoratrici” che a partire da marzo in Emilia Romagna coinvolgerà 100 delegate sindacali, che diventeranno a loro volta “formatrici” nelle proprie realtà lavorative/territoriali per raggiungere una platea più ampia possibile di donne.

L’obiettivo è colmare il gap culturale che penalizza le donne nel loro processo di autonomia e autodeterminazione: la competenza finanziaria determina e supporta l’autonomia economica, da implementare e tutelare per le donne.

In Italia, infatti, la gestione del denaro è ancora considerata una competenza “maschile” e ciò continua ad accrescere – anche su questo tema – il gap tra i generi. Obiettivo prioritario è migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne, a partire dalla loro piena partecipazione alla vita economica, politica e sociale del Paese.

E se ancora è difficile da scardinare il preconcetto per cui quello della donna sia, all’interno delle finanze familiari, il “secondo stipendio”; una aggiunta marginale all’economia del nucleo, spesso rinunciabile per conciliare i tempi di vita e lavoro, è invece consapevolezza diffusa che non si potrà raggiungere una vera parità di genere se non sarà raggiunta, prima, una piena emancipazione economica delle donne.

Anche nella nostra regione la condizione delle donne risente ancora profondamente degli effetti negativi di una radicata cultura patriarcale e sessista, che mina il diritto di scelta e di autodeterminazione. I dati parlano chiaro: esiste ancora un importante divario occupazionale, orario, salariale, nelle progressioni di carriera e, a caduta, sulle pensioni, che penalizza le donne.

CGIL CISL UIL Emilia Romagna continueranno ad impegnarsi nei luoghi di lavoro, e nel confronto con gli Enti Locali e con la Regione, per promuovere la parità di genere, a partire dal valore della cultura del rispetto, quale priorità di un modello sociale e di sviluppo giusto e democratico, indispensabile per debellare anche l’inaccettabile fenomeno della violenza di genere.

In questa direzione quindi le tante iniziative concrete messe in atto nei territori e ai livelli regionali/nazionali, a partire dalla contrattazione in ogni sua articolazione: la contrattazione nelle aziende e quella sociale-territoriale.

Ritenendo fondamentale agire sulla prevenzione, che può essere promossa principalmente sostenendo un netto cambiamento culturale, in Emilia Romagna CGIL CISL UIL – in coerenza con quanto stabilito a livello nazionale – stanno altresì organizzando una campagna di assemblee tematiche nei luoghi di lavoro con la finalità di sensibilizzare le lavoratrici e i lavoratori e per veicolare buone pratiche per la prevenzione e il contrasto alla violenza e alle molestie.

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