“Ogni anno accade la stessa storia: il ministero dell’Università pubblica il decreto per l’attivazione dei corsi di specializzazione su sostegno (cosiddetti TFA) e la maggior parte dei posti disponibili risulta essere concentrato in pochi atenei. Del problema si occupa ormai anche la stampa nazionale.

Sui 29.000 posti totali autorizzati per l’VIII ciclo, per fare un esempio, alle università del Nord ne sono destinati appena 4.175, addirittura 104 in meno dei 4.289 posti del VII ciclo.

Dove sta il paradosso?

Nel fatto che l’estremo bisogno di posti sul sostegno (e dunque di insegnanti specializzati) da coprire nelle scuole sia localizzato prevalentemente nelle scuole del Centro-Nord”.

Così la Flc Cgil Modena.

“Sul nostro territorio, Unimore si appresta a bandire 165 posti tra scuola primaria, secondaria di I e II grado. Parallelamente, i posti disponibili per gli insegnanti di sostegno per l’anno scolastico 2023/24 nelle scuole di Modena e provincia sono oltre 1.500.

Ovviamente la stragrande maggioranza di questi posti sarà ricoperta da personale precario, non formato. Personale che merita tutele piene e percorsi certi di specializzazione e stabilizzazione.

Non deve sfuggire però la delicatezza e la pregnanza della questione: la cura di oltre un migliaio di bambini e ragazzi con fragilità importanti, non sarà affidata a personale che ha seguito un serio corso di specializzazione (qual è il TFA Sostegno), bensì al caso”.

“Si pone una necessità impellente, sul piano nazionale: il raccordo tra i due ministeri competenti (Istruzione e Merito; Università e Ricerca), nonché il governo del processo. Non è possibile, né corretto, demandare tutto alle forze e alle risorse dei singoli Atenei.

Agli Atenei si chiede di fare la differenza, supportando i lavoratori e la cittadinanza e cercando di adoperarsi per ampliare il più possibile il numero di posti a disposizione.

Per sottoporre il problema e discutere insieme dei possibili interventi – conclude la nota – il sindacato Flc Cgil di Modena, ha richiesto un incontro al Rettore di Unimore”.

 

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