“Dall’ultimo rapporto Inail emerge che gli infortuni femminili si concentrano per circa i due terzi al Nord e sempre al Nord si concentra quasi la metà dei casi mortali. Inoltre, pur in una fase di flessione in atto, le denunce femminili si registrano per lo più in quest’area del Paese, che include l’Emilia-Romagna, dove, in percentuale, il tasso di occupazione femminile è più elevato. Resta, dunque, il gap di genere. E ogni volta torniamo a discutere dello stesso problema, mentre è necessario, semmai, invertire la tendenza”: a dirlo è Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

“Inoltre, ci sono indicatori ancora più preoccupanti: le aggressioni o le violenze ai danni delle donne sul posto di lavoro, per esempio. A livello territoriale, nell’ultimo quinquennio, ben 6 casi su 10 di violenza sulle donne sono stati denunciati al Nord, con il 40% dei casi in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Tra le vittime soprattutto le professioniste del settore sanitario e assistenziale, ovvero le persone più a contatto con le categorie sociali e anagrafiche più deboli, in difficoltà. Dunque, un problema grave che riguarda molte famiglie”: aggiunge il segretario regionale dell’Ugl.

“Complessivamente, nel 2021, l’incidenza degli infortuni occorsi alle donne sul totale delle denunce è tornata ai valori percentuali pre-pandemia e in aumento rispetto alle precedenti rilevazioni ante-Covid. In aumento anche le patologie professionali ed i disturbi psichici che hanno un’incidenza più elevata proprio nella componente femminile del mondo del lavoro. Si pensi soltanto al mobbing come prima forma di stress da lavoro correlato denunciato dalle donne che si sentono: sfruttate e maltrattate”: evidenzia, ancora, Tullia Bevilacqua.

“Detto questo, dunque, dobbiamo affrontare il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con una particolare attenzione all’ottica di genere, alla peculiarità femminile. Superando la visione della sicurezza della donna che in passato era limitata soprattutto al tema della maternità, piuttosto che a quella, più ampia, della donna/lavoratrice”: spiega il segretario dell’Ugl Emilia-Romagna.

“E siamo costretti, purtroppo, a ribadire che le norme sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro vanno adeguate ai cambiamenti sociali che negli ultimi anni hanno interessato lo scenario locale, nazionale e globale, ormai interamente interconnesso”: commenta l’esponente sindacale.

“Più in particolare, come soluzione da poter prendere in tempi brevi, solo che lo si voglia, dobbiamo rafforzare gli strumenti di controllo, da tempo quasi inesistenti per mancanza di personale. E dobbiamo mettere in rete le banche dati degli enti coinvolti come: Inps, Inail, e gli Ispettorati del lavoro. Passiamo dalle parole ai fatti per attuare quelle nuove e più moderne strategie di prevenzione e sicurezza sul lavoro necessarie per avviare un’inversione di tendenza. Non possiamo attendere oltre”: conclude Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

 

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