Dai dati della Camera di Commercio di Modena relativi alle vendite del secondo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno 2021, si riscontra un buon andamento del settore dei pubblici esercizi (+ 16,6%) e dell’ingrosso, ma viene confermato l’andamento negativo del commercio al dettaglio (- 2,7%). E si tratta di dati viziati dall’incremento dei prezzi legato all’inflazione, che nascondono un calo di volumi di vendita ben più consistente, confermando anche nel nostro territorio un andamento di grande difficoltà del settore commercio.

Secondo i dati ISTAT nazionali, le vendite del commercio a dicembre segnano una crescita in valore del 3,4% rispetto ad un anno fa, ma viene confermata la flessione dei volumi del 4,4%, al netto dell’incremento dei prezzi. Inflazione e caro bollette hanno inciso sugli acquisti delle famiglie, vanificando la ripresa dei consumi auspicata e pesando sul commercio al dettaglio, il cui quadro resta critico in particolare per i piccoli negozi che in dicembre hanno registrato un crollo del 7% circa in volume.

Un andamento ‘drogato’ delle vendite del commercio al dettaglio relativo a tutto il 2022, registrando una crescita del 4,6% in valore che corrisponde però ad una diminuzione dello 0,8% in volume. E mentre le grandi strutture di vendita sono riuscite, seppur di poco, a mantenersi in area positiva (0,2% in volume) per le piccole superfici si è rilevata una caduta che sfiora il 2%. In particolare, soffrono le vendite di beni alimentari che da gennaio scorso registrano variazioni negative anno su anno: un indicatore, questo, del livello di difficoltà che le famiglie devono affrontare nella spesa per gli acquisti.

Nel triennio post pandemia, il 2023 rischia di diventare l’anno con il peggiore risultato relativo ai consumi delle famiglie. Questo sta incidendo pesantemente nel comparto del commercio, soprattutto in settori quali l’abbigliamento e calzature, con oltre 2000 imprese che hanno chiuso i battenti a livello nazionale (circa il 4% in meno) e nel commercio su aree pubbliche dove la discesa pare inarrestabile, con una stima di perdita di quasi 5.000 imprese (circa il 3%). Nel complesso, in Italia una perdita complessiva di oltre 15mila attività solo nel 2022 (il 2%), che a Modena e provincia registra un dato di 838 attività, che rappresentano oltre il 5,5% del totale delle chiusure nazionali del settore. Uno scenario che, senza inversioni di tendenza, rischia di confermarsi nell’anno in corso, con analogo dato di chiusura di imprese del settore distributivo sia a livello nazionale che locale.

Per questo è auspicabile che vengano confermate le previsioni del Governo in merito alla riduzione del 40% delle tariffe energetiche, consentendo di liberare circa 30 miliardi di spesa aggiuntiva a favore degli altri ambiti di consumo delle famiglie, ma occorrono anche interventi immediati ed incisivi a sostegno di consumatori ed imprese e una riduzione generale della pressione fiscale.

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