Al primo ottobre 2022 la popolazione residente in Provincia di Modena risulta pari a 702.635 unità, mostrando una crescita di 884 cittadini residenti rispetto all’inizio del 2022 e nello stesso periodo, il numero degli stranieri residenti si stima pari a 93.359 unità, valore che corrisponde al 13,3 per cento del complesso della popolazione residente e che risulta stazionaria rispetto al primo gennaio 2022 con 120 cittadini in più.

Sono i dati emersi dalle note congiunturali pubblicate dalla Provincia di Modena, sugli andamenti statistici del territorio, consultabili sul sito della Provincia.

In particolare, sul totale dei residenti, alcuni comuni di dimensioni medio-piccole presentano, al 1° ottobre 2022, valori superiori al dato medio provinciale: è straniero il 19,3 per cento dei residenti a Spilamberto, il 18,6 per cento a Camposanto, il 18,2 per cento a Vignola, il 15,7 per cento a San Possidonio, il 15,5 per cento a Modena e a Savignano sul Panaro, il 15,0 per cento a Mirandola, il 14,9 per cento a San Felice sul Panaro e il 14,7 a Zocca e il 14,6 a Novi di Modena.

Per il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia «questo dato ci dimostra che la nostra provincia resta un territorio attrattivo in grado di radicare famiglie e comunità, anche in anni complicati come quelli che abbiamo attraversato. Il nostro compito, come amministratori, resta quindi quello di agevolare e favorire questo processo, garantendo servizi di qualità, dalle reti infrastrutturali all’edilizia scolastica, al trasporto pubblico, ai servizi di prossimità, perché solo in un contesto di questo tipo, è possibile crescere e progettare il proprio futuro».

Cresce anche il numero delle famiglie, che si stima in 307.485 unità e che è cresciuto di 1.092 unità rispetto al 1° gennaio 2022. Per quanto riguarda le famiglie, la polverizzazione della dimensione familiare, i nuovi comportamenti sociali, l’invecchiamento della popolazione, l’immigrazione straniera ed interna, oltre che le politiche di espansione insediativa attuate dai comuni, hanno determinato un lungo periodo di costante crescita, con la sola eccezione per l’anno 2014.

Al primo ottobre 2022 il numero delle famiglie residenti in provincia di Modena è in crescita di 481 unità rispetto al 1 ottobre 2021. In controtendenza rispetto all’andamento generale sono 12 comuni, che presentano un calo del numero di famiglie rispetto all’inizio del 2022, in particolare Bastiglia (-87), Carpi (-40), Castelnuovo Rangone (-11), Cavezzo (-10), Fiumalbo (-5), Frassinoro (-13), Lama Mocogno (-8), Mirandola (-43), San Felice (-5), San Prospero (-5), Sassuolo (-28) e Sestola (-17). In alcune di queste realtà, specialmente quelle montane, l’invecchiamento della popolazione ha prodotto un progressivo spostamento della popolazione più anziana in strutture residenziali o una estinzione delle famiglie per decesso dei componenti.

 

ECONOMIA IN CRESCITA, AUMENTANO LE ESPORTAZIONI MA CARO ENERGIA E INFLAZIONE PER IMPRESE E FAMIGLIE

Al primo ottobre 2022, riguardo all’occupazione, in provincia di Modena, i dati relativi alle forze di lavoro (Istat) per il 2021 (ultimo dato disponibile e riferito alla nuova serie storica) evidenziano un valore pari a circa 1600 occupati in meno rispetto al 2020, anno della pandemia da Covid-19.

Sono i dati emersi dalle note congiunturali pubblicate dalla Provincia di Modena, sugli andamenti statistici del territorio, consultabili sul sito della Provincia.

Il tasso disoccupazione medio del 2021 (età 15-74 anni), in provincia di Modena, si assesta al 4,4 per cento (5,5 per cento a livello regionale e 9,5 a livello nazionale). I dati relativi al terzo trimestre del 2022, disponibili per i dettagli regionali e nazionali, evidenziano tassi di disoccupazione pari rispettivamente a 5,9 per cento e 7,8 per cento.

Le ripercussioni del conflitto russo-ucraino sui fronti sociale, ambientale ed economico hanno esercitato effetti diretti e indiretti a tutti i livelli territoriali, dal globale al locale. Nel 2022, a Modena, l’inflazione media annuale ammonta a +8,3 per cento, sintesi di una dinamica dei prezzi che non si registrava dagli anni ’80. Tale dinamica è il risultato degli aumenti dei costi dei carburanti di derivazione petrolifera, registrati già a partire dagli ultimi mesi del 2021, aggravate dallo scoppio e dal perpetrarsi del conflitto in Ucraina, con conseguente incrementi dei costi del gas, dei cereali d’importazione, di varie materie prime, del latte, lungo tutta la catena di distribuzione.

Il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia sottolinea come «l’impatto per imprese e cittadini sia stato fortissimo. In termini reali, per una famiglia media modenese, due mensilità di retribuzione sono state assorbite dall’incremento del costo della vita. Per le famiglie più fragili (ad esempio nuclei con capofamiglia disoccupato oppure famiglie unipersonali con componente anziano) l’inflazione ha avuto una dinamica più accentuata rispetto alla media, perché la struttura della spesa mensile dei nuclei che si trovano in condizione di fragilità è dedicata in modo sbilanciato (“non per scelta”) a  voci di spesa che hanno registrato un’inflazione ben superiore alla media (come i beni alimentari e le utenze di energia elettrica e del gas da riscaldamento). Per questi nuclei familiari l’incremento assoluto della spesa annuale, rispetto al 2021, risulta proporzionalmente superiore a quanto rilevato per il complesso delle famiglie, un aspetto che ha contribuito a determinare l’ulteriore forte pressione registrata nel 2022 sui servizi sociali di supporto forniti dal sistema degli Enti locali».

In conseguenza della crisi economica dovuta al Covid-19, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG), mostra nel terzo trimestre 2022 valori inferiori a quelli registrati nell’inverno del 2020-21: rispetto allo stesso trimestre del 2021 è diminuito del 78,5 per cento.

A fine settembre 2022 in provincia di Modena risultano attive 64.408 imprese (-162 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). L’economia modenese mostra una tendenza alla ripresa e gli indicatori congiunturali (dati Unioncamere) per il comparto industriale evidenziano, anche per il terzo trimestre 2022, variazioni positive rispetto allo stesso trimestre del 2021 dei livelli della produzione, degli ordinativi, del fatturato e delle esportazioni.

I dati Istat relativi al valore delle esportazioni provinciali al terzo trimestre del 2022 (pari ad oltre 4.201 milioni di euro) mostrano un andamento in crescita in relazione allo stesso trimestre del 2021 (+13,8 per cento) e riguardano prevalentemente i settori: dell’industria delle macchine agricole (+39,8 per cento, pari al 0,8 per cento delle esportazioni totali); dell’industria meccanica (+16,6 per cento, pari ad un quarto delle esportazioni totali); alimentare (+15,3 per cento,  oltre il 10 per cento delle esportazioni totali); dei minerali non metalliferi (+12,5 per cento) dell’industria degli autoveicoli (+7,2 per cento, pari al 24 per cento delle esportazioni totali) mentre per il tessile e abbigliamento segnano variazioni negative con -6,2 per cento delle esportazioni.

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