Si è dimostrata finora inadeguata la politica attuata nel Paese per contrastare la diffusione della peste suina africana e non ha dato alcun risultato neppure l’azione intrapresa dal commissario straordinario.  L’ultima carcassa di cinghiale positiva alla PSA è stata rinvenuta solo qualche giorno fa a pochi chilometri dal confine tra Emilia-Romagna e Liguria.

Dal nostro territorio parte ora la richiesta di una riunione ministeriale ad hoc per salvaguardare la filiera suinicola che in regione conta circa 1200 allevamenti, 1,2 milioni di capi e una produzione lorda vendibile stimata in 307 milioni di euro. I prodotti a base di carne Dop e Igp dell’Emilia Romagna esprimono in valore un patrimonio pari a 1,032 miliardi di euro su un ammontare complessivo nazionale di 1,930 miliardi di euro. E la filiera regionale della carne Dop e Igp rappresenta il 53% del fatturato nazionale.

È necessario un intervento tempestivo, servono nuove misure di sicurezza e contenimento in ambito nazionale, per contrastare la moltiplicazione inarrestabile dei cinghiali che sono il principale veicolo di diffusione della peste suina africana.

Confagricoltura Emilia Romagna si unisce alla richiesta dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, per arrivare in tempi brevi alla convocazione di un incontro ministeriale sulla PSA.

«Occorre agire in maniera ferma e decisa per eliminare lo spettro della Psa in Italia, stanziare più risorse, costruire recinzioni permanenti per mettere in sicurezza territori e allevamenti sotto il coordinamento della Protezione Civile e in collaborazione con le Forze Armate, seguendo l’esempio di altri paesi europei – sottolinea il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini -. Si ritiene inoltre fondamentale procedere con la modifica della legge nazionale sulla caccia (n.157/1992) che risale a 30 anni fa. Salvaguardare la filiera regionale delle carni e dei salumi dal pericolo Psa diventa un obiettivo prioritario. Bisogna preservare il patrimonio suinicolo, tutelare allevatori e agricoltori, difendere produzioni e posti di lavoro».

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