Ancora una volta si è conclusa con un rinvio l’udienza del processo a carico di Patrick Zaki. Il tribunale di Mansura ha fissato una nuova udienza per il prossimo 28 febbraio, quando saranno passati più di tre anni dall’inizio della vicenda giudiziaria che coinvolge lo studente dell’Università di Bologna.

Patrick è stato arrestato al Cairo il 7 febbraio 2020, mentre stava tornando a casa per un breve periodo di pausa prima di iniziare il suo secondo semestre di studi all’Università di Bologna, dove si era iscritto al Master europeo GEMMA in Studi di genere e delle donne. È rimasto in carcere per 22 mesi, fino all’8 dicembre 2021, quando il tribunale di Mansura ha deciso di liberarlo. Da allora resta però in attesa di giudizio e non ha la possibilità di rientrare a Bologna per proseguire i suoi studi. È accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” e rischia fino a 5 anni di carcere.

«Abbiamo accolto con un’amarezza ancor più forte del solito», dichiara il Magnifico Rettore Giovanni Molari, «la notizia di questo ulteriore rinvio, perché è uno dei più lunghi finora inferti a Patrick. Confidiamo che il Governo italiano mantenga il caso del nostro studente al centro delle relazioni e interlocuzioni con l’Egitto. E speriamo che sia presto raccolto l’invito del Parlamento Europeo a revocare almeno il divieto di viaggio. Patrick deve poter tornare a studiare e a laurearsi, circondato dall’affetto della sua Università, che lo attende con impazienza».

«Per la nona volta», aggiunge Federico Condello, Delegato dell’Ateneo per studentesse e studenti, «viviamo insieme a Patrick l’angoscia di un rinvio che snerva e tortura. Facciamo nostre le parole della Prof.ssa Rita Monticelli: è un’ingiustizia che si perpetua. Ed è un’ingiustizia che ogni volta si fa più grave e intollerabile. Non smetteremo di far sentire a Patrick la vicinanza e il calore di tutta l’Alma Mater, che continuerà a chiedere con forza il riconoscimento della sua innocenza».

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