Team ricerca Obvious

Uno studio condotto con la partecipazione di 10 mila italiani, al fine di approfondire le motivazioni che portano al rifiuto dei vaccini. È questo il focus sul quale si concentrerà il congresso in programma a Bertinoro, dal 24 al 26 ottobre, presso il centro residenziale universitario. Il fenomeno della vaccine hesitancy, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si riferisce ad un ritardo o ad un rifiuto nel ricevere le vaccinazioni nonostante la disponibilità delle stesse.

A condurre lo studio è stato l’osservatorio OBVIOUS (OBservatory on Vaccine Hesitancy in Italy – Online UniBo Surveys) nato all’interno dell’Università di Bologna nel 2021, con un duplice obiettivo: monitorare i tassi di esitazione vaccinale nella popolazione italiana e analizzare i diversi fattori che la determinano. L’attività dell’osservatorio si è concentrata sulle vaccinazioni dell’età pediatrica, dell’adolescenza e dell’età adulta, non obbligatorie ma consigliate dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale ovvero sui vaccini contro Herpes Zoster, influenza, Pneumococco, Rotavirus, Papillomavirus, oltre che sui nuovi vaccini per COVID-19. Il questionario è stato strutturato in modo da somministrare le domande relative al singolo vaccino indagato solamente alla popolazione target del suddetto vaccino, che quindi ha il diritto di vaccinarsi gratuitamente. Il target è stato selezionato in base a diverse caratteristiche, tra cui regione di provenienza, età, professione e patologie concomitanti.

“La scelta su questi vaccini dipende dalla volontà di condurre uno studio quanto più accurato sul tema dell’esitazione vaccinale che, di per sé, è un fenomeno molto fluido, dinamico, mai pari a sé stesso e fortemente legato all’accettazione del singolo vaccino – affermano il professore Davide Gori e la professoressa Maria Pia Fantini, componenti della segreteria scientifica del congresso. – Com’è noto ci sono vaccini che sono obbligatori per legge, altri lo sono per l’accesso ai servizi scolastici e poi ci sono i vaccini non obbligatori ma fortemente raccomandati dalle autorità sanitarie. Noi ci siamo concentrati su questi ultimi al fine di restituire una valutazione quanto più asettica rispetto al fenomeno dell’esitazione. Su questi vaccini infatti c’è una scelta vera, non eterodeterminati da obblighi o restrizioni pur assolutamente legittimi e necessari.”

“Studiamo l’esitazione vaccinale da diversi anni ormai – prosegue Gori – ed il dato che è venuto fuori con quest’ultima indagine è estremamente interessante. Emerge un mix di vecchie conferme già note in letteratura con nuovi dati del tutto originali e mai emersi prima. Questo elemento sarà certamente al centro della discussione, si tratta di novità che possono dipendere dalla pandemia che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, ma sarà interessante discuterne insieme con tutti i relatori”.

Per ciascun vaccino, sono state indagate diverse aree: variabili di percezione individuale (“Think and feel“), ovvero il rischio percepito di malattia e la sicurezza percepita del vaccino; determinanti

sociali (“Social processes“), come il genere del rispondente e/o del ricevente il vaccino, le opinioni di amici e parenti sui vaccini; l’atteggiamento (“Motivation“) verso la possibilità eseguire il vaccino; i problemi pratici (“Pratical issues)” riscontrati nell’accesso alle vaccinazioni, come la conoscenza presso gli aventi diritto, la facilità di accesso, l’eventuale necessità di pagare un ticket; l’effettiva esecuzione o meno della vaccinazione da parte del partecipante (“Vaccination“).

“Il progetto OBVIOUS – affermano i ricercatori Marco Montalti e Zeno Di Valerio – è animato da una forte consapevolezza dell’importanza della prevenzione nel preservare la salute umana che si può sintetizzare nelle parole di Christiaan Barnard, il primo chirurgo a effettuare con successo un trapianto di cuore: “Ho salvato le vite di 150 persone con i trapianti di cuore. Se mi fossi concentrato prima sulla medicina preventiva, ne avrei salvate 150 milioni”. Il progetto OBVIOUS – proseguono i due ricercatori – consente l’interazione tra mondo universitario e professionisti della salute sul territorio a beneficio della cittadinanza. Ci auguriamo che questa sinergia consentirà di formulare risposte condivise agli ostacoli nell’adesione più ampia possibile alle campagne vaccinali”.

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