Lo sviluppo di sensori a sostegno delle macchine al servizio del settore biomedicale, in cui l’intelligenza artificiale riesce a combinare i risultati e produrre nuove frontiere per la ricerca e una migliore qualità della vita. Sono alcuni dei temi che sono stati illustrati oggi, mercoledì 5 ottobre, nel corso della seconda e ultima giornata di B.T. Expo Shomed, l’evento dedicato al settore delle tecnologie biomedicali, ospitato dal polo fieristico di viale Virgilio a Modena. La manifestazione chiude i battenti e si aggiorna al 2023 forte della fusione che si è creata tra i due principali eventi del territorio provinciale modenese legati al settore biomedicale e alla valorizzazione delle realtà di questo comparto, con un occhio particolare a quelle emiliane e del distretto di Mirandola. Nei due giorni sono arrivati oltre mille operatori da tutta Italia e dall’estero, in particolare da Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi, per entrare in contatto con le aziende presenti, i ricercatori, le start-up e tutti gli attori di un settore che, vale la pena ricordare, in Italia genera un mercato annuale di 16,2 miliardi di euro tra export e mercato interno, e conta 4.546 aziende, che occupano 112.534 dipendenti (fonte Confindustria Dispositivi Medici).

Al mattino è stato molto partecipato il convegno dedicato al tema “Health e innovazione: tecnologie avanzate e nuove prospettive di sviluppo”, promosso dal comitato tecnico scientifico di B.T. Expo Shomed coordinato dal professor Francesco Leali, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore. In questo contesto si è parlato di alcune eccellenze del settore biomedicale come il Tecnopolo TPM “Mario Veronesi” di Mirandola.

«Stiamo lavorando molto sullo sviluppo di sensori che servono le macchine che fanno circolazione extracorporea, prodotte dalle aziende del Distretto Biomedicale – spiega Alberto Ferrari, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” e responsabile del laboratorio Materiali Sensori e Sistemi del Tecnopolo di Mirandola – facciamo anche attività di verifica delle prestazioni metrologiche delle macchine che fanno terapie invasive e rischiose per il paziente, e che quindi richiedono la monitorizzazione di una serie di parametri fisiologici affinché non vi siano problemi legati al funzionamento della macchina e soprattutto alla vita del paziente. Inoltre, stiamo continuando ad avere linee di sviluppo legate al bioprinting».

Altro tema è quello della preparazione universitaria: in particolare si è parlato del corso triennale ospitato a Verona in Ingegneria dei Sistemi Biomedicali per la Persona, che vede coinvolto l’ateneo scaligero assieme a Unimore e a quello di Trento. «L’iniziativa universitaria è molto bella e interessante – sono le parole di Giandomenico Nollo, professore di Bioingegneria all’Università di Trento, dipartimento di Ingegneria Industriale – perché pone al centro l’attenzione alla persona e ai suoi bisogni di salute. Non si parla più di sola tecnologia, ma di tutto l’insieme. Cerchiamo di formare una nuova classe di ingegneri che abbia questa visione. La triennale, che è arrivata al secondo anno, ha dei numeri impressionanti: siamo sempre sopra ai 200 iscritti. Dopo la triennale, attiveremo anche la magistrale». Il corso di laurea ha anche un legame indissolubile con Mirandola, nel cui Tecnopolo recentemente si è tenuto anche un Summer Camp.

Infine, il pomeriggio è stato dedicato alle competenze che il settore biomedicale oggi richiede tra chi si candida a una posizione lavorativa. A tale proposito ART-ER, società consortile dell’Emilia- Romagna nata per favorire la crescita sostenibile attraverso l’innovazione, ha presentato una serie di dati che arrivano dalla ricerca “Skills Intelligence”. Tramite uno strumento che elabora le informazioni contenute negli annunci online, mediante l’utilizzo di tecnologie big data, è stato possibile constatare come a Modena e provincia l’8,7% degli annunci di lavoro sono riferiti a salute e benessere. Le professioni più richieste, secondo la ricerca di ART-ER, sono specialisti in ingegneria (29,3% degli annunci), farmacisti (15,5%), specialisti in scienze sanitarie e infermieristiche (12%) e ingegneri industriali e gestionali (6,8%).

«Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto da questa prima edizione congiunta di BTExpo – Shomed – è il commento finale di Marco Momoli, direttore generale di ModenaFiere – che vogliamo considerare come un punto di partenza per l’ulteriore crescita di questa manifestazione Sappiamo che il cammino che ci aspetta richiede molto impegno ed investimento da parte nostra nei prossimi anni. Tuttavia è una sfida che ci stimola e che siamo pronti ad affrontare assieme a tutti i partner che ci hanno affiancato in questo cammino perché siamo convinti che questa squadra possa raggiungere traguardi sempre più importanti a partire anche dal prossimo anno».

L’organizzazione di B.T. Expo Shomed, oltre a ModenaFiere, società del gruppo BolognaFiere, coinvolge Paolo Poggioli e Marco Bergamini con la loro esperienza nel biomedicale, CNA, Confindustria Dispositivi Medici, Confindustria Emilia Area Centro, LAPAM Confartigianato Modena e Confimi Industria Sanità. Nel Comitato Scientifico è fondamentale, infine, il supporto di realtà della ricerca come l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, la Fondazione Democenter e, contestualmente, la struttura del Tecnopolo TPM “Mario Veronesi” di Mirandola.

 

 

Ora in onda:
________________