La riqualificazione, entra nel programma culturale di “costruire, abitare, pensare”. Cersaie ospiterà una conferenza di architettura dal titolo “La sostenibile bellezza del recupero” mercoledì 28 settembre alle ore 11:00 presso il Palazzo dei Congressi di BolognaFiere.

Il recupero degli immobili ha una valenza legata alla sostenibilità ambientale poiché favorisce il riutilizzo di edifici esistenti per raggiungere l’obiettivo del consumo ‘zero’ del suolo. L’azione del recupero in architettura non è azione così banale poiché la progettualità deve farsi carico di nuove destinazioni d’uso dell’edificio e trovare soluzioni adatte al nuovo utilizzo che se ne vuole fare, spesso molto distanti da quello originario.

La conferenza, moderata da Fulvio Irace, sarà composta da due parti, dedicate rispettivamente a due diversi progetti di architettura realizzati in Sicilia: Casa Asilo e Palazzo Butera.

Giuseppina Grasso Cannizzo, architetta italiana multipremiata, presenterà il progetto ‘Casa Asilo’, un esempio di recupero di un ex asilo, in passato destinato quindi a funzione pubblica e oggi trasformato in residenza privata. “Qualsiasi soluzione è utilizzabile per breve tempo, quindi è necessario assicurare la possibilità all’adattamento progressivo e la reversibilità per consentire impreviste ipotesi di occupazione”, si legge sulla descrizione ufficiale del progetto, che individua un concetto di architettura come di cosa viva.

Nella seconda parte della conferenza l’architetto Giovanni Cappelletti presenterà il progetto di Palazzo Butera a Palermo, operazione opposta a quella della casa asilo, poiché una sontuosa villa privata con il recupero viene restituita all’uso pubblico da parte della città, divenendo laboratorio aperto. In questo progetto il tema della sostenibilità ambientale del recupero si arricchisce dell’elemento di sostenibilità sociale. Lo stesso processo di recupero infatti, gestito dall’architetto Giovanni Cappelletti ha generato un rilancio virtuoso delle competenze artigianali locali, compresa la ceramica, che hanno collaborato al progetto. Il recupero di Palazzo Butera è dovuto alla volontà visionaria di Francesca e Massimo Valsecchi, che quando nel 2016 acquistarono l’edificio che era stato dei principi di Butera, avviarono un progetto che, prima che di restauro o di architettura, è un progetto politico di trasformazione di un palazzo nato da una famiglia nobile per mostrare il proprio potere, in luogo che ospita un percorso di visita aperto al pubblico oltre che in un’ala dedicata a un centro di elaborazione e sperimentazione artistica.

La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 Crediti Formativi Professionali per architetti. Inoltre, la sola visita alla fiera, conferisce un ulteriore credito formativo, ottenibile con autocertificazione allegando il biglietto sulla piattaforma iMateria.

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo
Dopo la laurea fino al 1980, si dedica prevalentemente all’attività didattica affiancando il prof. Franco Minissi al corso di Restauro dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Nel 1980 si trasferisce a Torino dove collabora con la Fiat Engineering al progetto di ricostruzione dei centri storici in Basilicata. Dal 1986 vive in Sicilia. Nel 2005 e nel 2012 vince il RIBA Awards/EU. Nel 2012 viene insignita della Medaglia d’Oro alla Carriera assegnata dalla Triennale di Milano. Nel 2008 è fra i cinque architetti invitati al concorso per la curatela e l’allestimento del Padiglione Italiano della XI Biennale di Architettura Di Venezia. Nel 2016 la giuria della XV Biennale di Architettura di Venezia le assegna la Menzione Speciale per l’installazione Onore Perduto con cui partecipa alla mostra Reporting from the front curata da Alejandro Aravena. Nel 2018 partecipa alla mostra FREESPACE curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara, XVI Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2019 le viene conferita la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Edile – Architettura dall’ Università degli Studi di Catania. Nel 2021 vince il Premio alla Carriera INARCH Nazionale, entra a fare parte della Accademia Nazionale di San Luca e vince il Premio Italiano di Architettura per il migliore edificio _ Triennale di Milano _MAXXI.

Giovanni Cappelletti (Saronno 1960) ha studiato presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV). Nel 1987 entra nello studio di Mario Bellini a Milano in cui rimane fino al 2014. Nel 1992 ha fondato con Luigi Bertazzoni, Paolo Vasino e Rina Agostino lo studio “Alter”, con cui ha collaborato fino al 1996.
Nel 1993 diventa responsabile di progetto presso la Mario Bellini Associati (MBA). In questo ruolo si occupa principalmente del progetto di allestimento di mostre e del progetto architettonico e museografico di musei. Tra i quali, solo per citarne alcuni: “Il Rinascimento da Brunelleschi a Michelangelo. La rappresentazione dell’architettura” allestita a Palazzo Grassi di Venezia nel 1994, “I Farnese: Arte e Collezionismo” curata da Lucia Fornari Schianchi e da Nicola Spinosa e allestita nel Palazzo Ducale di Colorno nel 1995, “Immagini del Sentire. I cinque sensi nella storia dell’arte”, curata da Sylvia Ferino-Pagden, del Kunsthistorisches Museum di Vienna e allestita a Cremona nella ex chiesa di Santa Maria della Pietà nel 1997 e poi nel Museo del Prado a Madrid nel 1998, restauro di Palazzo Pepoli Vecchio e progetto museografico per l’allestimento al suo interno delle collezioni del Museo della città di Bologna (2009-2012).
Dal 2015 al 2021 è responsabile del progetto di restauro architettonico e di allestimento museografico di Palazzo Butera a Palermo.
Nel 2021 ha iniziato il progetto per il restauro e la trasformazione di Palazzo Piraino a Palermo in centro studi e ricerche legato alle attività culturali svolte da Palazzo Butera. Si prevede l’inizio del cantiere nella primavera del 2022.
Dal 2021 è vice presidente della Fondazione Butera

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