L’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina in fuga dal conflitto sta attivando la macchina dell’accoglienza a tutti i livelli istituzionali. I profughi che arriveranno sul nostro territorio in via organizzata verrano prioritariamente accolti dal SAI, Sistema Accoglienza Integrazione o dai Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS).

Ai cittadini ucraini che, invece, approderanno in maniera autonoma e non organizzata viene incontro l’Amministrazione di Castenaso col protocollo di ospitalità definito in queste ore e coordinato dalla Polizia Locale. L’obiettivo è fornire tutto il supporto possibile ai residenti in città che desiderano offrire ospitalità ai rifugiati.

Da piazza Bassi anzitutto un appello: «Sappiamo quanto la nostra comunità sia solidale e generosa. Chiunque fosse disponibile ad accogliere in casa propria o mettere a disposizione un appartamento — spiega il sindaco carlo Gubellini —, può farlo presente alla casella email polizialocale@comune.castenaso.bo.it».

Dopo l’arrivo delle persone, sarà quindi necessario far pervenire allo stesso indirizzo email il modulo disponibile online sul sito del Comune (https://bit.ly/3Mr6OTY) con le generalità di chi è alloggiato nella propria abitazione. A tutti loro, in forza della Direttiva dell’Unione Europea 55/2001, è garantito lo status di protezione temporanea che concede un titolo di soggiorno e la possibilità di ricevere l’aiuto necessario in termini di assistenza sociale, contributi al sostentamento qualora non dispongano delle risorse necessarie, e di cure mediche.

Per questo sarà poi importante rivolgersi al Polo Sanitario di Castenaso (via Marconi) onde ottenere l’assegnazione di un codice STP (Straniero Temporanamente Presente) valido per ricevere le prestazioni sanitarie essenziali a parità di condizioni con il cittadino italiano. Ai profughi ucraini, infine, sarà richiesto di effettuare semplicemente in farmacia un tampone di controllo anti-COVID.

L’assessore al Welfare Lauriana Sapienza riflette: «Come sempre, ma ancor di più in questa tragedia, ci siamo chiesti cosa possiamo fare noi, sia come indivudui che in quanto amministrazione comunale. La risposta sta nel lavorare per aiutare chi vuole aiutare. Aprire le porte a chi si rifugia dalla guerra è un atto di umanità che abbiamo il dovere di semplificare».

 

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