Negli ultimi tre anni aveva fornito alle forze dell’ordine ben otto nominativi diversi, di quattro differenti nazionalità, la 33enne fermata e arrestata nei giorni scorsi dalla Polizia locale di Modena dopo un intervento all’ospedale di Baggiovara. La donna, originaria della Repubblica Ceca, era destinataria di un ordine di carcerazione dopo essere stata condannata per il reato di false generalità e, perciò, è stata accompagnata nel carcere di Sant’Anna.

Gli operatori del Comando di via Galilei, in particolare, si sono portati all’ospedale a seguito di una richiesta di assistenza dei sanitari, che avevano preso in cura la donna risultata poi priva di documenti e senza fissa dimora. Dagli accertamenti in ufficio, dove nel frattempo la 33enne è stata condotta per gli esami dattiloscopici, sono risultati i suoi precedenti e, in particolare, è emerso che nel 2019 era stata condannata dal Tribunale di Venezia per le false generalità comunicate alle forze dell’ordine locali.
Durante un controllo a cui era stata sottoposta, infatti, la donna aveva affermato di essere originaria della Russia (in altre occasioni aveva fornito “alias” della Polonia e del Regno Unito, oltre che della Repubblica Ceca). La vicenda era finita in Tribunale, dove la 33enne era stata condannata; nel frattempo la sentenza a suo carico era passata in giudicato e le era stato notificato il provvedimento di sospensione della carcerazione, concedendole il tempo di richiedere una misura alternativa alla detenzione (un residuo di otto mesi di reclusione).
In questi anni la donna non ha tuttavia dato seguito alla possibilità che le ha offerto l’autorità di giudiziaria, rimasta quindi inevasa; di conseguenza, nell’ottobre del 2020 il Tribunale veneziano ha emesso un ordine di carcerazione, eseguito appunto dalla polizia giudiziaria della Polizia locale di Modena dopo il “rintraccio” all’ospedale di Baggiovara.

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