Dall’impennata dei costi per le utenze domestiche, cresciuti di oltre la metà attestandosi su quote che non si registravano da quasi quarant’anni, all’incremento che ha interessato i prodotti alimentari, passando per gli aumenti dei trasporti, dei servizi per la casa e per alberghi e ristoranti (in ripresa dopo l’emergenza sanitaria) e per i cali, meno impattanti, che hanno riguardato le spese per la comunicazione. Sono alcune tra le principali oscillazioni che negli ultimi 12 mesi hanno caratterizzato l’evoluzione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) sul territorio comunale di Modena.

Il valore, calcolato facendo riferimento ai dati più recenti disponibili, quelli di novembre 2022, risulta, infatti, in aumento su base tendenziale annua del 13 %, restituendo uno scenario connotato da un netto e crescente aumento del costo della vita. I dati sono stati definiti sulla base dei prezzi rilevati sul territorio dal servizio Statistica comunale, secondo le disposizioni Istat. La quota inflazionistica locale è in linea, inoltre, anche con i rialzi del “costo della vita” in Italia: la rivalutazione monetaria, calcolata in rapporto all’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) al netto dei tabacchi, vede una crescita dell’11,5 % rispetto al novembre 2021.

Sul sito del Servizio statistica del Comune (www.comune.modena.it/servizio-statistica/pagine-tematiche/prezzi) sono consultabili anche i dati sull’inflazione dei mesi e anni precedenti.

Dai riscontri riferiti al 2022 emerge che per quasi tutte le 12 divisioni di spesa si sono verificati incrementi, con alcuni “picchi” che hanno influito maggiormente sui consumi e, in questo contesto, per la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” la variazione positiva è addirittura del 63,8 %. Nel dettaglio, l’energia elettrica e il gas di rete, durante gli ultimi 12 mesi, hanno registrato impennate significative (determinate in larga parte dalle tensioni geopolitiche), tali da trainare tassi di inflazione che non si verificavano dal 1983: accorpando mercato libero e mercato tutelato, l’energia ha avuto un indice complessivamente maggiorato del 180%, e il gas del 125%, rispetto a novembre 2021. Inoltre, si sono riscontrati rialzi – decisamente meno pesanti – anche su spese condominiali, affitti, gasolio da riscaldamento, fornitura acqua e combustibili solidi. Soltanto la raccolta rifiuti non ha avuto variazioni.

“Alimentari e bevande analcoliche” è in crescita del 12,8 %: tutte le classi di spesa risultano in positivo, infatti, e, insieme alle utenze, è questa categoria di spesa a contribuire maggiormente alla spinta inflazionistica del 2022. Latte, formaggi e uova; pane e cereali; vegetali; carni; pesce e ittici; oli e grassi; acqua e bevande hanno segnato importanti accelerazioni che pesano notevolmente sul “carrello della spesa”, particolarmente sentito dai consumatori.

Per “Servizi ricettivi e di ristorazione” la fluttuazione è del + 10,6 %. Per la precisione, sono stati i servizi di alloggio a spostare l’ago della bilancia, con quotazioni di circa un quinto più care di un anno fa (la ripresa da post-Covid del settore ha influito sull’andamento). In salita pure i prezzi di bar e ristoranti, mentre le mense rimangono sostanzialmente invariate ormai da fine 2015.

Per “Mobili, articoli e servizi per la casa” la variazione è del + 9 %: questa categoria ha visto incrementi di prezzi piuttosto importanti su diverse classi di spesa: mobili e arredi; beni non durevoli per la casa (detergenti, detersivi ecc.); grandi e piccoli elettrodomestici; cristalleria e stoviglie.

Per “Trasporti” la crescita segna un +7,8% e, in particolare, automobili, biciclette, servizi di riparazione di mezzi privati e i pezzi di ricambio – accessori hanno continuato il trend positivo già iniziato nel 2021. I carburanti, classe più influente della categoria, hanno visto andamenti contrastanti e influenzati dalle manovre fiscali del Governo: se da una parte i prezzi della benzina sono stati efficacemente contenuti (risultano lievemente inferiori al novembre 2021), le quotazioni di diesel e, soprattutto, metano, sono cresciute in modo importante. Un’accelerazione netta ha caratterizzato, poi, il trasporto aereo passeggeri: la classe ha un indice quasi doppio rispetto al novembre di un anno fa.

Per Abbigliamento e calzature” la variazione positiva è del 4,9%. Rispetto a novembre 2021, infatti, tutta la categoria vede oscillazioni positive, in particolar modo gli indumenti e i servizi di lavanderia, riparazione e di noleggio abiti. Rincari più modesti, invece, hanno registrato le calzature e gli accessori.

Per “Bevande alcoliche e tabacchi” (divisione rilevata interamente da Istat) l’evoluzione è del + 4,1 %; i rincari hanno riguardato soprattutto vini, birre e alcolici vari. Mentre sono stati fermi i tabacchi, con aumenti, però, già annunciati per l’inizio del 2023.

Per “Altri beni e servizi” la fluttuazione è del 2,9 %: sono aumentati i prezzi dei servizi finanziari-bancari, dei servizi legali e contabili; gli apparecchi non elettrici per la cura della persona; i servizi di parrucchieri ed estetisti e le assicurazioni sui mezzi di trasporto. Per contro, sono scese le spese sulle assicurazioni connesse alla salute.

La variazione per la divisione “Ricreazione, spettacoli e cultura” è del + 2,7%. In particolare, sono saliti i prezzi di animali domestici e relativi prodotti; beni durevoli per ricreazione all’aperto; articoli per giardinaggio, piante e fiori; articoli di cartoleria; giornali. In flessione, invece, le tv; i pacchetti vacanza: i servizi ricreativi e sportivi. La classe di spesa più influente della divisione, quella relativa a lotterie e scommesse, non ha subìto variazioni.

Andamento in crescita del 2,4 % per “Servizi sanitari e spese per la salute”: i rincari principali si sono verificati per i servizi medici, paramedici e i servizi dentistici. Dall’altra parte, la variazione è stata quasi nulla (+ 0.5 %) per i prodotti farmaceutici, mentre sono risultati in modesta flessione i servizi ospedalieri.

Infine, crescita lieve (0,5 %) per “Istruzione”: rispetto a novembre 2021, si è segnato un lieve aumento delle tariffe di scuola dell’infanzia e istruzione primaria, oltre che dei corsi di formazione. Modesto calo per l’istruzione universitaria; stabile quella riferita alla scuola secondaria.

L’unica divisione in calo, peraltro rilevata interamente da Istat, è “Comunicazioni”, per la quale è stato rilevato un – 3.1 %. La flessione è imputabile alle quotazioni in calo degli apparecchi telefonici. Per contro, sono stati caratterizzati da un lieve rialzo i prezzi per i servizi postali; è quasi nulla (+ 0.1 %) la fluttuazione per i servizi telefonici.

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