“Le mafie evolvono, si aggiornano anche e soprattutto tecnologicamente: per noi e le forze dell’ordine non è semplice seguirle e inseguirle, specie nel dark web, dove scambiano somme impressionanti di bitcoin e dove gestiscono ogni sorta di attività illecita”. A conclusione della XIII edizione di Noicontrolemafie – il Festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia insieme a 29 Comuni e alla Regione Emilia-Romagna – il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha lanciato questa mattina un nuovo allarme, incentrato in particolare sulle nuove sfide tecnologiche attraverso le quali passa oggi l’eterna lotta tra bene e male.

Lo ha fatto al centro Malaguzzi di Reggio Emilia, dove ormai è di casa e dove è stato accolto dal presidente della Provincia Giorgio Zanni e da tutte le autorità, al termine della settimana-clou del Festival della legalità che da anni lo vedo protagonista insieme all’amico Antonio Nicaso, direttore scientifico di Noicontrolemafie. Con loro, questa mattina, anche il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, con il quale si è riflettuto sullo stato dell’arte delle mafie nell’era digitale davanti a un’attenta platea di studenti degli istituti superiori reggiani Canossa, Chierici, Filippo Re, Galvani, Motti, Secchi e Scaruffi e del D’Arzo di Montecchio.

Perché è soprattutto a loro, ai giovani, che Noicontrolemafie si rivolge ed è a loro che, come sempre, Gratteri ha parlato con il cuore in mano. “Studiate, studiate e studiate perché sennò gli adulti vi fregheranno: vi diranno che siete bravi, belli e intelligenti così vi rilassate, invece dovete essere arrabbiati, studiare per crearvi un futuro e capire che solo con il telefonino non andrete da nessuna parte”, ha detto. Tornando poi nuovamente, proprio perché studiare è importante e la scuola è una cosa seria, a una polemica che di recente lo ha visto protagonista. Quella – anche se lui non fa nomi e cognomi, nemmeno di atenei –  relativa alla “lezione” tenuta da Geolier alla Federico II di Napoli: “La scuola è luogo di formazione, dove creare donne e uomini che prenderanno il nostro testimone: si dovrebbe ro invitare a parlare agli studenti chi ha una storia alle spalle e può essere un modello di crescita, non chi si mostra in video con il mitra cantando canzoni che inneggiano a violenza e droga: così si svende l’università”, ha detto il magistrato prendendosela  anche con la “nuova antimafia con partita Iva, fatta da chi si improvvisa paladino o studioso di legalità solo per spillare risorse pubbliche”.

Nel merito dell’oggetto del convegno, Gratteri ha sottolineato “le difficoltà nel fronteggiare mafie in forte mutamento, anche tecnologico: poco prima di lasciare la Procura di Catanzaro avevamo scoperto una ‘ndrina del Crotonese che aveva assoldato tra i migliori hacker tedeschi e rumeni, attraverso i quali li abbiamo visti effettuare tre transazioni finanziarie in criptovaluta in tre continenti diversi per 5 milioni di euro in appena venti minuti”.

“Le nostre attività investigative diventano sempre più complesse perché le mafie sono bravissime nell’innovazione, si pensi anche alla criptofonia, ovvero a tutti quei sistemi illegali in grado di garantire le comunicazioni eludendo le intercettazioni”, ha confermato il generale Teo Luzi. Anche dal comandante generale dell’Arma dei Carabinieri è poi arrivato un accorato appello ai ragazzi: “Oggi siamo qui per voi, per farvi riflettere su quanto la criminalità organizzata vi mangia il futuro, vi mangia le vostre prospettive professionali e di vita – ha detto – Anche voi dovete contribuire a una cultura sana dell’antimafia perché ovunque, anche qui, come l’inchiesta Aemilia ha confermato, il tessuto sociale e economico a volte si presta alle infiltrazioni, consenso di alcuni e l’inconsapevolezza di altri”.

“Dovete però essere consapevoli che qui in Italia abbiamo le migliori forze di polizia e le migliori magistrature nel contrasto alla criminalità organizzata e un quadro normativo comunque eccellente: dunque non siamo in balia delle onde, abbiate fiducia, anche nello Stato, perché lavoriamo tutti per voi”, ha concluso il generale Luzi.

Importante anche spazzare via i falsi miti che circondano le mafie, come ha fatto il direttore scientifico di Noicontrolemafie, l’esperto internazionale di criminalità organizzata Antonio Nicaso: “Non sono mai state dalla parte dei deboli contro i forti e non sono nemmeno un agente patogeno che dal sud va a infettare il nord: le mafie si radicano ovunque intercettino imprenditori e politici che agiscono per logiche di convenienza – ha spiegato – Non sono nemmeno il prodotto dell’arretratezza, ma semmai della modernità perché hanno sempre saputo coniugare tradizione e innovazione: per questo oggi combattere le mafie significa anche attrezzarsi dal punto di vista tecnologico, addentrarsi in quella sorta di ‘Amazon del male’ che è il dark web. Ma possiamo riuscirci solo con una strategia globale di contrasto, eliminando paradisi normativi e zone franche”.

La mattinata era stata aperta da Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia che da ben 13 anni promuove il Festival della legalità: “Come le tante inchiesta da Aemilia in poi hanno dimostrato siamo una terra ricca e attrattiva anche per chi delinque – ha detto –  Abbiamo adottato strumenti importanti anche dal punto di vista amministrativo e politico, protocolli che non hanno eguali in Italia, per prevenire le infiltrazioni; registriamo tuttora, nel bene e nel male, il record di interdittive antimafia, ma questa battaglia va fatta tutti insieme ed è indispensabile che voi ragazzi, anche nei piccoli gesti quotidiani, siate sempre vigili e consapevoli”.

Sulla “consapevolezza di voi giovani” ha insistito anche il capo della Segreteria politica della Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Giammaria Manghi, ricordando “l’impegno a l’attenzione che da tempo la Regione dedica alla legalità, attraverso ben 42 accordi, 6 osservatori, un’intensa attività di cooperazione per il recupero dei beni confiscati e un’apposita legge che rappresenta anche una assunzione di legalità”.

Infine il saluto delle istituzioni locali, a partire dal prefetto Maria Rita Cocciufa: “Oggi è una giornata davvero speciale perché dà voce a chi ogni giorno, sul campo, lavora per affermare il rispetto delle regole e perseguire chi le viola sistematicamente, ma i protagonisti siete voi – ha detto rivolta ai ragazzi  – Vivete in una splendida provincia, dove però da anni le organizzazione criminali insidiano un’economia sana che dobbiamo preservare: per farlo ognuno di noi non deve mai abbassare a guardia, ma nemmeno girarsi dall’altra parte”.

Così come servono anche, ha concluso il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci, “iniziative come questo Festival della legalità che può davvero fare la differenza e che, in tutti questi anni, ha saputo diventare un punto di riferimento per l’elaborazione delle strategie di contrasto, per avere in tempo reale il polso della situazione di un fenomeno criminale così complesso e in continua evoluzione”.

A questa XIII edizione di Noicontrolemafie promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, oltre alla Regione Emilia-Romagna, hanno aderito 29 Comuni: Albinea, Bagnolo, Baiso, Bibbiano, Boretto, Brescello, Cadelbosco, Casalgrande, Casina, Castellarano, Castelnovo Monti, Cavriago, Correggio, Gattatico, Gualtieri, Guastalla, Montecchio Emilia, Novellara, Poviglio, Quattro Castella, Reggio Emilia, Rio Saliceto, Rubiera, Sant’Ilario d’Enza, Scandiano, Toano, Ventasso, Viano e Villa Minozzo.

Numerosi e fondamentali, come sempre, anche i partner che hanno collaborato: dalla Corte Ospitale e Caracò per la parte organizzativa e quella educational, a Prefettura, Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Reggio Emilia, Confcooperative, Consorzio Oscar Romero, cooperativa L’Ovile e Fondazione Sindéresi.

 

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