Alboni, Vagnini, Fabbri, Bertoletti, Lamarca

Domani, giovedì 28 marzo, è la Giornata dell’Endometriosi e oggi l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena presenta il progetto Endogym che si rivolge alle pazienti affette da endometriosi con dolore miofasciale e dispareunia afferenti all’ambulatorio di Endometriosi e Dolore Pelvico Cronico dell’AOU di Modena.

Il progetto si propone di valutare i diversi benefici dati dalla pratica dello Yoga sul pelvico cronico e dolore miofasciale nel contesto del trattamento a scopo antidoltifico del pavimento pelvico. Tutto questo è reso possibile grazie alla collaborazione sinergica tra la Ginecologia e Ostetricia del Policlinico di Modena e la Medicina Riabilitativa, e sostanziale contributo dei volontari dell’associazione APE Onlus (Associazione Progetto Endometriosi), associazione di volontarie su scala nazionale, che da 18 anni informa sull’endometriosi. Il progetto prenderà il via ad aprile e durerà circa 6 mesi mesi al termine dei quali si valuteranno i benefici per le pazienti.

A Modena, ogni anno vengono seguite un migliaio di pazienti in ambulatorio, molte delle quali affette da endometriosi di grado moderato e severo. Ogni anno vengono eseguiti numerosi interventi chirurgici per questa patologia che spesso può richiedere approcci integrati e multispecialistici anche molto complessi. L’approccio chirurgico, nella quasi totalità dei casi endoscopico, viene offerto sia in laparoscopia che in chirurgia robotica.

La realizzazione di questo progetto – spiega il Direttore Generale, dottor Claudio Vagninievidenzia ancora una volta come l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena abbia intrapreso un percorso importante sul tema dell’umanizzazione delle cure. L’assunzione fondamentale che ha caratterizzato l’investimento in questa politica aziendale si basa sulla consapevolezza che la condizione di salute o di malattia sia la conseguenza dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. In particolare, gli studi dimostrano come i sintomi dell’endometriosi abbiano un impatto negativo sui parametri psicologici e sociali portando ad una significativa riduzione della qualità di vita. Dai risultati dei suddetti studi si evince che la sessualità di queste donne risulti fortemente compromessa e che la vita lavorativa venga sacrificata a causa di un dolore che diventa spesso invalidante. In quest’ottica, grazie all’insostituibile contributo del volontariato, oggi presentiamo un altro progetto che permette di prendere in carico non soltanto la patologia bensì anche il vissuto di malattia di queste donne. Ecco, dunque, un altro tassello che contraddistingue la clinica ostetrico-ginecologica modenese che già da anni si è attrezzata per essere punto di riferimento regionale per l’endometriosi.

L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica, estrogeno-dipendente, che colpisce tipicamente l’età riproduttiva. È caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina – spiega il prof. Antonio La Marca, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia – Si stima che colpisca il 6-10% delle donne, raggiungendo il 38% nel sottogruppo delle donne infertili e sale tra il 71 e l’87% nelle donne con dolore pelvico cronico. Il problema con l’endometriosi è che si tratta di una patologia con sintomi eterogenei che possono appartenere al sistema ginecologico (dismenorrea, dispareunia, infertilità e dolore pelvico cronico), al sistema gastroenterologico (gonfiore periodico, diarrea, dischezia o stitichezza) e al sistema urologico (disuria). Per questo motivo è necessario un approccio multidisciplinare sia dal punto di vista della diagnosi, sia da quello della terapia”.

L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è centro di riferimento regionale per l’Area Vasta Emilia Nord per la diagnosi e la terapia di secondo livello dell’endometriosi. L’Emilia – Romagna è stata la prima regione in Italia ad adottare una delibera che ha definito il PDTA e una delle poche che lo ha attuato nella pratica. Il centro di riferimento per l’endometriosi del Policlinico di Modena le pazienti possono ricevere una presa in carico globale e livelli di cure di alta qualità, con particolare riferimento al trattamento sia medico che chirurgico della patologia così come è presente l’articolazione funzionale con il centro di medicina della riproduzione per la presa in carico della paziente con lo scopo di preservare la fertilità.

La fisiopatologia dell’associazione tra endometriosi e dolore è poco conosciuta – ricorda il dottor Carlo Alboni, Responsabile della Struttura Semplice di Chirurgia Ginecologica Mini-Invasiva e Robotica e Responsabile dell’Ambulatorio endometriosi e dolore pelvico cronico – Si ritiene che l’infiammazione sia una delle principali cause di dolore nell’endometriosi, associata ad un’alterata sorveglianza immunitaria del microambiente peritoneale. Il dolore pelvico cronico influisce profondamente sulla vita delle donne: porta ad affaticamento, ansia e in alcuni casi a depressione a causa dell’impatto che la malattia determina sulla qualità di vita delle pazienti. Lo yoga e il trattamento antalgico dei muscoli del pavimento pelvico sono pratiche utili a trattare il dolore cronico che in queste pazienti coesiste con il dolore dei visceri colpiti in modo diretto dalla malattia endometriosica che agisce come malattia infiammatoria cronica dell’intera area pelvica. In questi casi spesso l’impatto maggiore del dolore lo si ha sulla possibilità di avere rapporti sessuali senza dolore, molte di queste pazienti purtroppo, se non vengono curate, smettono di avere una vita sessuale a causa del dolore”.

Nel trattamento della paziente con endometriosi è importante un approccio multidisciplinare e cucito sulla stessa, andando a valutare oltre le componenti organiche della patologia stessa anche la componente miofasciale; la quale si può giovare di approcci sanitari affini come la fisioterapia e la pratica dello Yoga.

“Il progetto si concentra sul dolore miofasciale – conferma la dottoressa Giovanna Fabbri, Direttore della Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ospedale Civile di Baggiovara – tutte le volte che proviamo dolore istintivamente per contrastarlo ci “chiudiamo” ci irrigidiamo aumentando le contratture e le tensioni muscolari e delle fasce. Se però il meccanismo si mantiene nel tempo diventa esso stesso causa di dolore che si esprime in particolare in determinati punti detti punti grilletto o trigger point. Ecco, è attraverso la individuazione di questi trigger point a livello perineale e il loro trattamento con diverse metodiche che il fisioterapisa del pavimento pelvico risolve il sintomo se non completamente anche solo parzialmente. Ricordo inoltre che quando studiavo medicina l’argomento endometriosi veniva trattato in poche righe nei testi di ginecologia, ora per fortuna grazie al lavoro dei ginecologi questa patologia è emersa guadagnando l’attenzione che merita data l’incidenza così rilevante come citata sopra.

La fisioterapia del pavimento pelvico rappresenta un valido strumento terapeutico per le disfunzioni del pavimento pelvico, includendo il trattamento di un ampio spettro di condizioni, tra cui sindromi dolorose pelviche, vestibulodinia provocata, vulvodinia, prolasso degli organi pelvici, incontinenza urinaria e fecale, defecazione ostruita, disfunzioni sessuali ed endometriosi” precisa Sara Bertoletti, Fisioterapista dell’Ospedale Civile – “lo yoga può aiutare questa riabilitazione grazie alla capacita di sensibilizzare l’ascolto del proprio corpo. La fisioterapia rivolta alle donne con diagnosi d’endometriosi ha come obiettivo insegnare esercizi fisioterapici da ripetere in autonomia a domicilio.

Queste proposte terapeutiche si basano sui tre pilastri della riabilitazione del pavimento pelvico: presa di coscienza della pelvi e del perineo mediante il movimento. Rieducazione, riabilitazione del gesto e automatizzazione del movimento corretto. Importante che la paziente non si arrenda davanti alle proprie difficoltà, ma diventi protagonista attiva della sua terapia.”

“Siamo davvero entusiaste del progetto yoga per l’endometriosi! Crediamo fermamente che possa fare la differenza nella vita di tante donne che affrontano questa difficile condizione. È una gioia sapere che il progetto si svolge all’interno di un ospedale pubblico, rendendolo accessibile a tutte. In un contesto dove la malattia comporta spesso costi elevati per le pazienti, questa iniziativa rappresenta un messaggio di speranza concreta verso un miglioramento della qualità della vita. Noi dell’A.P.E. siamo orgogliose di supportare questo progetto e non vediamo l’ora di vedere i benefici che porterà alle donne che ne hanno bisogno”, commenta Annalisa Frassineti, presidente di A.P.E.

Descrizione del progetto

Il progetto EndoGym, rivolto a pazienti affette da endometriosi con dolore miofasciale e dispareunia afferenti all’ambulatorio di Endometriosi e Dolore Pelvico Cronico dell’AOU di Modena, si propone di valutare i diversi benefici dati dalla pratica dello Yoga sul dolore miofasciale e dispareunia nel contesto della riabilitazione del pavimento pelvico. Si basa su lezioni frontali di Yoga di 60 minuti tenute da insegnanti di Yoga volontari dell’associazione APE Onlus e 2 incontri nei 3 mesi di corso tenuti dal gruppo di fisioterapisti della Medicina Riabilitativa dell’AUO di Modena, presso la palestra dell’Ospedale Civile di Baggiovara. Le pazienti affette da endometriosi con dolore miofasciale e dispareunia, potranno aderire liberamente al progetto.

Verrà tenuta una lezione pratica di trattamento fisioterapico/riabilitativo della durata di 1 ora circa prima dell’inizio del corso di Yoga, ripetuta la penultima lezione del corso sempre della durata di 1 ora circa. La lezione di Yoga sarà accompagnata da esercizi mirati di mindfulness, pratiche di respirazione e consapevolezza del corpo. All’inizio di ogni gruppo di lavoro una presentazione tenuta dai Ginecologi di circa dieci minuti darà inizio ai lavori. Al termine dei 6 mesi le pazienti verranno rivalutate per la definizione della efficacia del trattamento eseguito con valutazione multidisciplinare e questionari sulla qualità di vita.

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