Un appello per la pace, come “come terreno dove può prosperare il progresso”, è il messaggio lanciato durante la commemorazione del 79° anniversario dell’eccidio nazifascista di Navicello. È stata la sindaca di Bomporto Tania Meschiari a ricordare il sacrificio di quei dieci giovani antifascisti in un intervento che ha fatto riferimento ai tanti conflitti in corso nel mondo.

“Questa è un’occasione preziosa per tramandare la memoria di una vicenda che ha segnato profondamente la nostra storia – ha spiegato Meschiari – e per ricordarci che l’orrore di Navicello lo stanno vivendo oggi donne, uomini e famiglie in Palestina e nelle terre invase dell’Ucraina. La storia fa sempre lo stesso giro e l’umanità sembra non voler capire che il progresso prospera nel fertile terreno della pace. Facciamo nostra – ha affermata la sindaca – la testimonianza di coraggio e passione civile di quegli uomini uccisi per diffondere la cultura della pace e dare forma al loro sogno di una società nuova, libera e democratica”.
La commemorazione dell’eccidio del 1945 è stata organizzata dai Comuni di Modena, Bomporto e Nonantola, insieme ai Comitati comunali permanenti per la memoria e le celebrazioni, commemorano a Navicello l’eccidio nazifascista compiuto nel 1945 quando per rappresaglia vennero uccisi dieci partigiani. Sono intervenuti anche ilo presidente dell’Anpi provinciale Vanni Bulgarelli, e Javier Santuzzi, il sindaco del Consiglio dei ragazzi dell’Istituto comprensivo 1 Bomporto-Bastiglia. Insieme a diversi alunni della scuola erano presenti anche il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, la prefetta Alessandra Camporota, il senatore Stefano Vaccari, rappresentanti della Regione e del Comune di Nonantola.

La rappresaglia del ponte di Navicello, che vide la morte di dieci partigiani il 9 marzo 1945, fu compiuta per la scomparsa di due soldati tedeschi nella fase finale della guerra. Il comando tedesco, con la collaborazione della Brigata nera di Nonantola, organizzò prima un esteso rastrellamento e mise poi in atto la vendetta. Nella rappresaglia furono uccisi Quinto Bozzali, Agostino Ferriani, Ivaldo Garuti, i fratelli Pietro e Valentino Gasparini, Renzo Grenzi, Huber Panza, Fabio Pellacani, Eugenio Tavoni, e Angelo Zambelli.
Il monumento di Navicello ricorda anche il sacrificio di un altro partigiano, Ivaldo Vaccari, medaglia di bronzo al valor militare, che venne fucilato il 27 marzo del 1945 dopo aver sopportato per giorni le torture dei nazisti senza rivelare l’identità dei compagni della Brigata Walter Tabacchi in cui militava.

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