Il Comune di Ravarino propone al MISE l’emissione di due francobolli per celebrare altrettante eccellenze del territorio, il manoscritto con la ricetta originale dell’Aceto Balsamico di Modena, datato 2 marzo 1862 e le dieci varietà di Pera dell’Emilia-Romagna IGP.

Ravarino si trova nel cuore dell’area di coltivazione della Pera dell’Emilia-Romagna IGP e, presso l’archivio del Comune, conserva il manoscritto con la ricetta originale dell’Aceto Balsamico di Modena.

E’ datata 2 marzo 1862 la lettera in cui si descrive la procedura per ottenere l’Aceto Balsamico Modenese ed è conservata presso il Comune di Ravarino.

«Nel 162° anniversario della sua stesura – spiega Moreno Gesti, Vicesindaco di Ravarino – la nostra Amministrazione Comunale ha pensato di celebrare la ricorrenza proponendo al Ministero dello Sviluppo Economico l’emissione di un francobollo dedicato a questo manoscritto di immenso valore per la nostra storia e la nostra cultura: il Balsamico è emblema di modenesità, ma è anche uno dei biglietti da visita dell’Italia nel mondo e quella che celebriamo oggi è la sua ricetta originale, come riconosciuto dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale».

«Ma non è tutto: Il Comune di Ravarino – prosegue il Vicesindaco – è da sempre a vocazione agricola e si trova nel cuore del territorio di produzione della Pera d’Emilia-Romagna IGP, che si estende tra le provincie di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Bologna e Ravenna. Abbiamo, quindi, pensato di proporre anche l’emissione di un francobollo dedicato alle dieci varietà di Pera IGP della nostra Regione. L’agricoltura, e la pericoltura in particolare, stanno vivendo un periodo di grande difficoltà ed è importante fare tutto il possibile per sostenere queste coltivazioni, tanto caratteristiche delle nostra terra, del nostro ambiente e della nostra economia».

«Con questa iniziativa – aggiunge la sindaca di Ravarino, Maurizia Rebecchi – vogliamo contribuire a promuovere il nostro territorio valorizzandone le eccellenze, che sono il risultato di una storia antica e il frutto del lavoro e della tenacia della nostra gente. Ci auguriamo che il Ministero riconosca il valore di entrambe le nostre proposte e che ne tenga conto nella valutazione per l’emissione dei francobolli».

Ora non resta che attendere il responso del Ministero: in caso di accoglimento, i francobolli verranno emessi nel 2025.

La proposta di emissione dei francobolli è vista con favore da parte del Consorzio della Pera dell’Emilia-Romagna IGP: “Un ringraziamento particolare al Comune di Ravarino per l’attenzione verso la Pera dell’Emilia-Romagna IGP – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Mauro Grossi – l’iniziativa avviene proprio in un momento di grande difficoltà per la nostra pericoltura. Qualsiasi idea è più che apprezzata, ed in particolar modo questa, così particolare ed inconsueta da arrivare ad un pubblico molto ampio. La comunicazione a tutti i livelli diventa un volano importante per un prodotto così importante e così legato al nostro territorio».

Il Gran Mestro della Consorteria dell’Aceto Balsamico di Spilamberto, Maurizio Fini, si dice onorato di essere presente ad una celebrazione o meglio, un riconoscimento, come l’emissione di un francobollo dedicato al manoscritto di Francesco Aggazzotti con la “ricetta” originale di ciò che oggi chiamiamo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. «Un evento che prima di tutto va a toccare le corde più intime, emozionando tutti gli estimatori e i cultori di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, raggiunti e colpiti da ciò che possiamo definire, non solo passione, ma proprio come una vera affascinante dipendenza! Affascinante per la sua storia che comincia duemila anni fa, per continuare con l’opera divulgativa dei Duchi Estensi e che Francesco Aggazzotti, codificandone le procedure e le peculiarità ci tramanda non solo come si produce, ma ci tramanda soprattutto un approccio filosofico, una indicazione di rispetto di cosa e come fare per ottenere non solo una armonia di profumi e sapori ma un armonico stile di vita! Nella sua seconda lettera infatti conclude e ci lascia un monito: sonvi infine non poche ricette e metodi per abbreviare in si lungo processo, coi quali ottienesi il concentramento, il colorito e la densita’ e l’aroma artificiale con droghe, ma il minor dispendio e briga va sempre a scapito della qualita’.

Ritengo quanto sopra un lascito morale, uno dei valori cui, noi della Consorteria, ci atteniamo: nessuna scorciatoia, nessun additivo, lasciamo sapientemente ed esclusivamente che la natura faccia il suo corso…  A noi resta il compito di preservare e tramandare il lascito di Francesco Aggazzotti e di ringraziare la famiglia Cavazzoni Pederzini per la sensibile e generosa donazione al Comune di Ravarino, luogo che mi è  particolarmente caro essendovi nato tanti anni fa… Come Gran Maestro, sento tutta la responsabilità di rappresentare secoli di storia e migliaia di estimatori, sottolineando l’amore che ci lega alla tradizione, alla nostra terra, confidando di svolgere questo compito prestigioso nel miglior modo possibile».

«L’idea del Comune di Ravarino di proporre l’emissione di due francobolli dedicati all’Aceto Balsamico, l’oro nero delle nostre terre, e alla Pera dell’Emilia-Romagna IGP con le sue dieci varietà, è tanto importante quanto si colloca nell’ottica di una promozione diffusa di due tesori del territorio – dichiara il Consigliere Regionale Luca Sabattini, presente all’evento in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna. Due eccellenze che sono solamente un esempio della ricchezza di produzioni agricole e di prodotti agroalimentari, certificati dop e igp, che la nostra regione, unica nel suo genere, presenta: non c’è paese nel nostro territorio, nemmeno il più piccolo, che non sia portavoce di un’eccellenza, di uno spaccato di storia, tradizione, cultura e professionalità. Valori, questi, che meritano pertanto il giusto riconoscimento».

 

LA TRADIZIONE DELLA PERA IGP DELL’EMILIA ROMAGNA

La pera IGP dell’Emilia-Romagna è coltivata nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Bologna, Ravenna e il comune di Ravarino, incastonato tra il fiume Panaro e la Provincia di Bologna, si trova nel cuore di questo territorio agricolo.

La pera dell’Emilia-Romagna IGP comprende le varietà: Abate Fetel, Cascade, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Max Red Bartlett, Passa Crassana, Williams, Santa Maria e Carmen.

Nel Quattrocento si coltivavano alberi da frutto, tra cui i peri, soprattutto a fini ornamentali. La diffusione dei frutteti a scopo alimentare, nel territorio di produzione della pera dell’Emilia Romagna IGP, risale al Seicento e, agli inizi del Novecento, si estende nel resto dell’Italia settentrionale.

Ogni varietà di pera dell’Emilia-Romagna IGP si presta a differenti usi gastronomici e, per queste caratteristiche distintive, è apprezzata da chef e ristoratori. Nel 2023, il Comune e gli agricoltori di Ravarino hanno avviato una collaborazione con il ristorante didattico della Scuola Alberghiera di Serramazzoni per l’elaborazione di menù che vedano la pera protagonista di tutte le portate. In Emilia-Romagna si coltiva circa il 60 per cento delle pere italiane. In particolare, l’Abate Fetel, pregiata varietà settembrina, si produce solo in Emilia.

LA RICETTA ORIGINALE DELL’ACETO BALSAMICO

Il 2 marzo 1862, Francesco Aggazzotti, avvocato formiginese e personaggio di spicco dell’ambiente modenese, con la passione dell’enologia e dell’agronomia, indirizza una lettera all’amico e collega di Spilamberto Pio Fabriani. Nel manoscritto, Aggazzotti descrive in modo dettagliato la procedura per ottenere l’Aceto Balsamico di Modena.

L’Aceto Balsamico viene prodotto da secoli, ma questo documento del 1862 risulta essere il più antico a noi giunto in cui la procedura è descritta in modo preciso e circostanziato, tanto da essere considerato, a tutti gli effetti, la “Ricetta originale” dell’Aceto Balsamico. Di Francesco Aggazzotti esiste anche un altro manoscritto, sempre conservato presso il Comune di Ravarino, che riporta la ricetta in modo più sintetico: questo secondo documento è però privo di data.

La lettera del 1862 rappresenta il riferimento, ufficialmente riconosciuto dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, per tutti i cultori e gli appassionati di questo prestigioso prodotto e il seme da cui germinò la passione e la determinazione per salvare, riscoprire, tutelare, valorizzare e diffondere la passione per questa antica tradizione

Pochi anni dopo la stesura della lettera, la figlia di Pio Fabriani, Maria, sposa il ravarinese Giuseppe Cavazzoni Pederzini. L’Acetaia e i carteggi del padre restano a lungo presso la casa di Famiglia, a Spilamberto: il ritrovamento delle due lettere, agli inizi degli anni’60 del ‘900, fu la scintilla che porterà Gianluigi Cavazzoni Pederzini, pronipote di Maria e Giuseppe CP, ad attivarsi con alcuni amici, fra cui il primo Gran Maestro Rolando Simonini, per la tutela della tradizione del Balsamico: si costituì così la Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto.

Negli anni ’80, Gianluigi CP si trasferisce a Ravarino nell’antica residenza dei Cavazzoni Pederzini, dove aveva vissuto a lungo anche Mariuccia Fabriani, portando con sé l’acetaia ed i manoscritti.

Agli inizi del 2000, Gianluigi Cavazzoni Pederzini dona i preziosi documenti al Comune di Ravarino affinché vengano uniti alle altre donazioni di famiglia: la biblioteca di Fortunato Cavazzoni Pederzini e l’oratorio di San Rocco.

Presso le scuole di Ravarino, gli acetai organizzano incontri con i ragazzi per far loro conoscere questo prodotto così caratteristico della nostra storia e della nostra cultura.

A maggio del 2023, il Comune di Ravarino ha donato una copia del manoscritto con la ricetta del Balsamico di Modena alla Scuola Alberghiera di Serramazzoni, dove i ragazzi, oltre ad apprendere l’arte della ristorazione, conducono un’acetaia didattica.

 

 

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