Due menti creative di Sassuolo che hanno trasformato le proprie passioni in un’agenzia di comunicazione di successo, dicendo addio al posto fisso nel bel mezzo della crisi Covid. Background differenti, ma accomunati dall’esperienza lavorativa nel settore ceramico e dalla voglia di mettersi in gioco, Tommaso Simonini ed Enrico Bellei, classe 1989 il primo, 1991 il secondo, nel 2021 hanno dato vita a YF Studio che, dopo soli 3 anni di attività, conta ben 12 dipendenti e 3 collaboratori con una media di età di 29 anni e un tasso di turnover pari a 0. E sono pronti a lanciarsi un una nuova sfida: sfatare il mito che la comunicazione si fa solo a Milano. La nuova sede, in centro a Sassuolo, che inaugurerà venerdì 15 marzo, ne è la testimonianza.

650 metri quadrati su tre livelli, un’area creativa di 200 metri pronta ad ospitare shooting, set fotografici ma anche eventi aziendali, un’area relax per i dipendenti oltre agli uffici. Un luogo per stimolare la creatività del team guidato dai due giovani soci.

Com’è nata la vostra collaborazione?

Ci conosciamo dal 2010 e avevamo già collaborato nel mondo dell’associazionismo. Nel 2012 abbiamo lanciato, insieme a un gruppo di amici, Youth Festival. Sassuolo offriva poco ai giovani a livello di eventi e così abbiamo dato vita a una due giorni di musica con un chiosco per la birra. Ogni anno abbiamo voluto offrire qualcosa di diverso, alzando l’asticella e senza mai ripeterci e così, senza neppure accorgercene, ci siamo trovati in mano, dopo 10 anni, uno dei maggiori festival del Nord Italia, considerato da Rolling Stones addirittura uno dei migliori di Italia. Abbiamo sempre creduto nella comunicazione senza sapere che questo sarebbe diventato il nostro lavoro. Nel corso degli anni alcune aziende, vedendo i risultati conseguiti dallo Youth Festival ci hanno chiesto una mano e da lì ci è venuta l’idea di avviare una società. Entrambi non eravamo più appagati dal lavoro che svolgevamo, ci trovavamo bene a collaborare. Ma la nostra era un’idea in fase embrionale. Poi con la pandemia il mondo si è fermato, abbiamo avuto modo di riflettere e abbiamo fatto un salto nel vuoto.

E com’è andata?

Siamo andati in controtendenza, lasciando il posto a tempo indeterminato proprio nel momento in cui la pandemia aveva tolto ogni certezza alla maggior parte delle persone. Non è stato un momento facile: abbiamo affrontato una sfida importante sentendoci addosso tanta responsabilità nei confronti delle persone che lavoravano per noi. Ma siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto finora. Siamo partiti in una stanza di 20 metri quadri ma nell’arco di 3 anni abbiamo inserito nel nostro organico tante persone e, ora, per insufficienza di spazi ci siamo trasferiti in una grande sede, in centro a Sassuolo, che dà subito l’impatto di quello che siamo. Uno spazio fluido e dinamico che può ospitare eventi aziendali con un’area creativa per poter organizzare qualsiasi tipo di attività: un luogo che stimola la creatività.

Quante persone lavorano in YF Studio?

Oltre a noi, altre 15. Sono risorse importantissime: da subito il nostro investimento è stato sulle persone. Sono con noi a tempo pieno e cerchiamo di dare loro sicurezza e garanzia di crescita affiancando risorse junior a risorse senior. Le selezioniamo personalmente perché quello che cerchiamo non è l’esperienza ma lo stimolo e la voglia di mettersi in gioco.  Se si inserisce in azienda solo chi ha già avuto esperienza si taglia fuori una grande fetta di persone competenti che hanno voglia di fare.

Come riuscite a mantenere alta la motivazione e ad avere un tasso di turnover pari a 0?

Facciamo un lavoro creativo e dinamico e partiamo avvantaggiati: da noi non ci si annoia mai. Ma cerchiamo di spaziare con i progetti in settori diversi, proponiamo programmi di riunioni di confronto ogni 2 settimane e gare interne sui progetti: ne beneficia la qualità del progetto e la motivazione del team. E poi cerchiamo di rendere l’ambiente di lavoro positivo e favorevole, proponendo anche momenti di svago. Ogni anno passiamo una giornata infrasettimanale al mare insieme, oltre ai momenti extra lavoro come cene e aperitivi nel corso nell’anno. Ma, soprattutto, facciamo in modo che il lavoro resti confinato nell’orario di ufficio. Ci impegniamo a non disturbare i ragazzi nelle ore serali e il weekend e tendiamo a instaurare un rapporto con clienti che rispetti questo concetto.  Il lavoro è importante ma prima c’è altro e deve continuare ad essere così perché una persona che sta bene e non è stressata rende molto di più.

Qual è il progetto al quale siete maggiormente legati?

Sicuramente allo Youth Festival: per noi è un biglietto da visita non indifferente. La comunicazione è stata fondamentale per il suo successo ed essere riusciti a portare a Sassuolo 100mila persone in cinque giorni per partecipare all’evento è segnale del fatto che il nostro lavoro è stato fatto al meglio.

Quanto conta il territorio da cui provenite nel modo di affrontare la vostra sfida imprenditoriale?

Quello che ha sempre contraddistinto i sassolesi è l’operosità: questa era una zona depressa e da una terra di allevatori e contadini è diventata una terra di imprenditori, lavorando a testa bassa, per creare qualcosa che prima non c’era. Noi proviamo a fare lo stesso, con umiltà ma al tempo stesso anche tanta convinzione. Questa voglia di fare è nel nostro DNA.

Quali sono i prossimi progetti o iniziative che YF Studio ha in serbo per il futuro?

Restare al passo con i tempi e sapersi innovare in un settore in costante evoluzione. YF Studio mira a rimanere innovativa e trasversale nei diversi settori, espandendosi a livello nazionale ed esplorando nuove opportunità. Vogliamo dimostrare che le nuove tendenze possono nascere anche dalla Provincia, non solo dalle agenzie milanesi.  E ora, con l’apertura della nuova sede, inizia una nuova sfida: da azienda piccola, esplosa nel corso di questi 3 anni e con una gestione snella, iniziamo a confrontarci con numeri importanti. Ma, nel corso di questa esperienza, abbiamo capito che se ci si mette in gioco e si lavora a testa bassa i risultati arrivano. E siamo solo all’inizio.

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