Nella giornata del 2 febbraio scorso, personale della Squadra Mobile di Reggio Emilia ha tratto in arresto, in flagranza di violazione della misura di divieto di avvicinamento, un uomo, domiciliato in provincia. In particolare, venerdì scorso gli investigatori della Squadra Mobile stavano escutendo la parte offesa di un “codice rosso” in relazione a possibili violazioni della misura cautelare del divieto di avvicinamento dell’uomo con cui, in passato, aveva intessuto una relazione.

Al termine del rapporto, secondo l’ipotesi accusatoria, l’uomo, un 48enne italiano, aveva iniziato a molestare la donna con vari comportamenti reiterati. A seguito di tali condotte il GIP, su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal dott. Calogero Gaetano Paci, aveva emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento con applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico.

Al termine della verbalizzazione il personale della Squadra Mobile si è recato presso l’abitazione dell’indagato dove accertava che la batteria del “braccialetto” era scarica, rendendo inutilizzabile il dispositivo e vanificando la misura cautelare del divieto di avvicinamento. Sulla scorta di quanto accertato, l’uomo è stato tratto in arresto in flagranza di reato. Sabato l’arresto veniva convalidato. Il 48enne, tuttavia, è stato nuovamente arrestato in esecuzione di misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta dal GIP quale aggravio dell’originaria misura cautelare del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto.

 

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