Soccorsa dai sanitari del 118, è giunta al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia in evidente stato di alterazione psicofisica dovuto all’uso smodato di bevande alcoliche. Mentre il medico di turno la stava visitando, la donna, una ventiseienne, lo ha aggredito sferrandogli un calcio ad un avambraccio e procurandogli lesioni giudicate guaribili in 7 giorni. Con le accuse di lesioni personali aggravate, i carabinieri della sezione radiomobile hanno denunciato alla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia, una 26enne residente nel comprensorio ceramico reggiano.

Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.

È successo l’altra notte, quando un’ambulanza della Croce Rossa veniva inviata dalla sala operativa del 118 a Casalgrande per prestare soccorso a una donna che dava in escandescenza. Ultimato l’intervento e date le condizioni della donna, la stessa veniva quindi condotta presso il pronto soccorso dell’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per le cure del caso.  Giunta in pronto soccorso, nel corso della visita a cura del medico di turno, la ventiseienne andava in escandescenza aggredendo il medico che veniva colpito con un violento calcio all’avambraccio destro che gli causava lesioni, poi giudicate guaribili in 7 giorni. Quindi la chiamata al 112 da parte dei sanitari in servizio al pronto soccorso che inviava sul posto un equipaggio della sezione radiomobile. I militari  riconducevano a più miti ragioni la donna, che essendo sprovvista di documenti veniva condotta in caserma per le procedure di identificazione. Ricostruiti i fatti, anche sulla scorta di concordi dichiarazioni testimoniali, i carabinieri della sezione radiomobile acquisivano a carico della donna elementi di presunta responsabilità in ordine al reato di lesioni personali aggravate, per la cui ipotesi la stessa veniva denunciata alla Procura reggiana.

 

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