«Le continue modifiche normative sul Superbonus non fanno altro che aumentarne la complessità e la difficoltà per i cittadini a ottenere l’agevolazione». Lapam Confartigianato e CNA chiedono al Governo modifiche al Decreto legge Superbonus approvato lo scorso 28 dicembre. Le due associazioni, muovendosi anche a livello nazionale, all’interno di un documento inviato alla Commissione Finanze della Camera, indicano proposte per superare alcune criticità della fase conclusiva dell’applicazione del Superbonus.

«Tra le nostre proposte – proseguono dalle associazioni – chiediamo che il contributo per i contribuenti a basso reddito che proseguono i lavori in fase di avanzata esecuzione al 31 dicembre 2023 venga esteso a soggetti con un reddito di riferimento più elevato, e che ne sia garantita l’effettiva fruibilità a coloro che non possono sostenere esposizioni finanziarie in attesa del riconoscimento del contributo. Come associazioni vogliamo evidenziare come le continue modifiche alla norma non contribuiscano a facilitare l’ottenimento dell’agevolazione, tutt’altro: è il caso dell’obbligo di copertura assicurativa introdotto per gli interventi con il Superbonus al 110% in vigore fino al 31 dicembre 2025 nei Comuni colpiti da eventi sismici da aprile 2009 e nei quali è dichiarato lo stato di emergenza. Altrettante perplessità suscitano il ridimensionamento del bonus ‘barriere architettoniche’ e le modalità per usufruirne. I bonus edilizia hanno rappresentato una leva importante per migliorare il patrimonio immobiliare e la riqualificazione urbana. Il percorso deve proseguire con la definizione di strategia e misure stabili per garantire la programmazione e l’implementazione della rigenerazione. Lapam Confartigianato e CNA ritengono assolutamente insufficiente la misura e invitano Governo e Parlamento ad andare nell’unica direzione che effettivamente possa garantire un’ordinata exit strategy dal superbonus: prorogare il medesimo per un tempo limitato (due mesi dalla conversione del decreto-legge) a condizione che i lavori realizzati al 31 dicembre 2023 rappresentino almeno il 70% dell’intervento globale».

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