A sette giorni dall’apertura, avvenuta lo scorso 11 dicembre, il CAU del Navile, il primo Centro di assistenza urgenza inaugurato a Bologna, conferma il trend positivo registrato negli altri due CAU aperti nelle settimane scorse in provincia, per la precisione a Budrio (1^ novembre) e Vergato (8 novembre): su 419 accessi, l’85% è stato gestito direttamente dalla struttura, solo l’11% è stato indirizzato al Pronto soccorso.

Si conferma positivo anche il dato sui tempi di attesa, cioè il tempo che trascorre dall’accettazione alla dimissione dei pazienti, che anche per il CAU del Navile sono mediamente inferiori alle due ore per singolo caso.

È il quadro che emerge dai risultati del monitoraggio effettuato dall’Ausl di Bologna, dati resi noti nel giorno dell’inaugurazione del CAU di Casalecchio di Reno.

L’altro elemento che si evidenzia in maniera sempre più netta è che le persone stanno comprendendo che i neonati CAU non sono un’alternativa al pronto soccorso tradizionale, ma un percorso specifico per i casi a bassa intensità.

“Dopo il positivo avvio a Budrio e Vergato e la prima settimana di operatività al Navile, possiamo dire che i CAU nel bolognese sono partiti con il piede giusto-commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Dai dati finora raccolti, infatti, emerge, che in media oltre otto cittadini su dieci trovano risposta direttamente in queste strutture, e in meno di due ore concludono il proprio percorso di cura. L’ottima partenza conferma che il modello organizzativo che abbiamo adottato per la gestione dei casi meno gravi, a bassa complessità, a cui sono destinati i CAU, funziona bene, sia riguardo i tempi di attesa, sia in riferimento all’appropriatezza delle cure. L’obiettivo è che i Pronto soccorso possano sempre più concentrarsi sulla cura dei pazienti in caso di emergenza”.

“Continueremo ovviamente a monitorare costantemente la situazione- chiude Donini-, pronti ad adottare in corso d’opera i necessari correttivi in caso di necessità, ma l’avvio ci lascia del tutto soddisfatti. Voglio ringraziare ancora una volta tutto il personale che lavora nei CAU, per la professionalità e l’efficienza dimostrata in questa fase di avvio”.

 

I dati del periodo compreso tra l’11 e il 17 dicembre al CAU del Navile

Il CAU del Navile nel periodo del monitoraggio ha accolto 419 persone. Di queste, 45, pari all’11%, sono state trasferite al Pronto soccorso per la presa in carico; altri 358 pazienti, l’85% dei casi, dopo le cure prestate sono stati invitati a proseguire il percorso con il proprio medico curante. Il restante 4%, pari a 16 persone, si è invece allontanato spontaneamente prima di ricevere le cure. Il tempo medio di attesa – dall’accettazione alla dimissione – è stato di 1 ora e 54 minuti.

Quasi tutte le persone si sono recate al CAU di propria iniziativa (il 98%), solo 4 sono state indirizzate qui dalla guardia medica, 3 sono arrivate su indicazione della centrale operativa del 118 e altre 2 su consiglio del Pronto soccorso.

Il 65% degli accessi ha coinvolto persone comprese nella fascia di età 18-64 anni, l’11% quella 65-74 anni, stessa percentuale per i pazienti con 75 anni o più. Il restante 12% degli accessi ha coinvolto minori.

Riguardo l’ora di arrivo dei pazienti, la maggior parte degli accessi sono avvenuti di giorno (il 44% tra le 8 e le 14, il 38% tra le 14 e le 20). Un altro 11% si è recato al CAU in serata tra le 20 e le 24, solo il 6% ha avuto la necessità del servizio tra la mezzanotte e le 8 del mattino.

La forte vocazione territoriale del CAU del Navile, come per gli altri Centri aperti finora sul territorio regionale, è confermata dal fatto che il 71% delle persone arrivate sono residenti nel distretto sociosanitario di riferimento, cioè quello di Bologna. Un altro 12% proviene da fuori regione e da altri distretti dell’Emilia-Romagna, il 14% dagli altri distretti della provincia e il restante 2% da altre province dell’Emilia-Romagna.

Le principali cause per cui le persone si sono recate al CAU del Navile sono legate a disturbi generali e problemi minori (34%), traumi ortopedici (20%). A seguire problemi respiratori e dermatologici.

La mappa dei CAU aperti in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna sono 13, a oggi, i CAU già attivi: con quello di Casalecchio di Reno inaugurato oggi salgono a quattro nel bolognese (gli altri sono Budrio, Vergato e Navile). Altri quattro centri sono nel ferrarese: Comacchio, Copparo, Portomaggiore e Ferrara, un altro è attivo a Piacenza. Oggi, infine, ha avviato l’attività il CAU di Finale Emilia che nel modenese si aggiunge a quello di Castelfranco Emilia, partito una settimana fa. Sempre a partire da oggi due punti di primo intervento in Romagna, quelli di Cattolica e Cervia, sono stati riconvertiti in CAU.

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