Si è tenuto lunedì a Mirandola l’incontro organizzato da CNA, Lapam Confartigianato e Confindustria Emilia Area Centro, con diversi parlamentari e consiglieri regionali modenesi per discutere del problema relativo al payback sui dispositivi sanitari, il meccanismo che prevede la restituzione, da parte delle aziende del comparto sanità, del 50% delle spese in eccesso effettuate dalle Regioni. In altre parole, una vera e propria spada di Damocle che pende sul capo delle numerose aziende del distretto, in base ad una norma sulla quale, peraltro, il Tar del Lazio ha condiviso le stesse perplessità delle Associazioni, sospendendo l’esecutività del provvedimento per sottoporlo alla Consulta, per chiederne il parere in merito alla sua legittimità costituzionale.

Un provvedimento inaccettabile, tanto dal punto di vista economico che giuridico, hanno rilevato Cna, Lapam Confartigianato, e Confindustria Emilia Area Centro, la cui applicazione mette potenzialmente a rischio non solo la tenuta del settore, ma anche l’approvigionamento del sistema sanitario nazionale: quali imprese lavorerebbero con quest’ultimo, sapendo di poter essere chiamati a rimborsane parte delle spese anche a distanza di anni?

Una preoccupazione condivisa anche dal sindaco di Medolla Alberto Calciolari, intervenuto in qualità di Presidente Ucman, e dal primo cittadino di Mirandola Alberto Greco, che ha tracciato l’intero percorso di un provvedimento nato già nel 2015, ma diventato operativo solo dopo la pandemia.

Al dibattito hanno preso parte direttamente le imprese, che hanno sottolineato una volta di più l’iniquità della norma, sollevando grosse preoccupazioni nell’ipotesi in cui non ci fossero ulteriori provvedimenti sospensivi o, ancora meglio, abrogativi.

Dal mondo politico, presente in maniera massiccia su tutti i diversi fronti (On. Daniela Dondi, On. Stefania Ascari, On. Stefano Vaccari, On. De Maria, Sen. Michele Andrea Barcaiuolo e i consiglieri regionali Palma Costi, Stefano Bargi, Simone Pelloni, Luca Cuoghi),   è emersa in maniera corale la volontà di trovare una soluzione condivisa per superare una situazione che impatta anche sul bilancio dello Stato e su quelli delle Regioni. In qualche caso – è stato rilevato – questa problematica è stata valutata in tutte le sedi istituzionali con proposte di emendamenti e ordini del giorno approvati spesso praticamente all’unanimità. Nonostante ciò, non si è ancora arrivati ad una soluzione definitiva, anche se i parlamentari di tutte le forze politiche presenti hanno condiviso la necessità di dare risposte certe alle imprese ben prima del chiarimento richiesto alla Consulta, che potrebbe arrivare non prima di qualche mese.

Una disponibilità che, per quanto apprezzabile, non mitiga le preoccupazioni per questa norma. Per questo rimane la necessità – hanno concluso i rappresentanti di Cna, Lapam Confartigianato e Confindustria Emilia Area Centro – di definire in modo certo la questione, nel senso di ripristinare la corretta dinamica degli scambi commerciali tra imprese e sistema sanitario nazionale.

 

 

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