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Lo scorso 232 novembre, il Tribunale di Bologna ha disposto nei confronti di C.C., 64enne imprenditore, la confisca di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, di due unità immobiliari, site nei Comuni di Bologna ed Arzachena (SS), di denaro liquido e società intestate a soggetti imprenditoriali gravitanti nella sua sfera, per un valore complessivo di oltre 1.200.000 euro.

Il provvedimento è giunto in accoglimento della proposta avanzata dal Questore di Bologna unitamente al Procuratore della Repubblica di Bologna, per la quale il Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione – nel gennaio 2023, aveva già disposto la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro finalizzato alla confisca.

C.C., ritenuto soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso – è un imprenditore noto alle Forze dell’Ordine e alle cronache per il suo lungo percorso criminale e per aver assunto, nell’ambito del quartiere bolognese “Porto-Saffi”, dove ha operato negli anni, una posizione di predominio tale da condizionare le vite degli abitanti della zona e le attività commerciali insistenti. Nel tempo l’uomo si è reso responsabile di una molteplicità di condotte delittuose a carattere lucrogenetico – ricomprendendosi anche le continuate condotte di evasione fiscale “grave e abituale” cui lo stesso ha da sempre fatto ricorso, al punto da potersi definire un contribuente “fiscalmente pericoloso” – nonché di una pluralità di altri reati di natura violenta e intimidatoria che hanno messo in pericolo la sicurezza pubblica, destando notevole allarme sociale all’interno della comunità in cui vive ed opera.

L’analisi economico-patrimoniale effettuata da personale della Divisione Anticrimine in collaborazione con il 2° Nucleo Operativo Metropolitano Bologna – II Sezione Operativa della Guardia di Finanza, ha consentito, in costanza di condotte illecite (tra le quali, prima tra tutte, la sistematica evasione fiscale) di rilevare una notevole sproporzione tra i redditi leciti dichiarati dal proposto e dal suo nucleo familiare ed il patrimonio accumulato, per un ammontare di oltre 300.000 euro, oltre ad un debito nei confronti dell’erario di quasi 800.000 euro.

Fanno parte del patrimonio confiscato, per il quale sono state utilizzate risorse di matrice illecita – spiega la nota della Questura di Bologna – un’ingente somma di denaro liquido, quattro società e due unità immobiliari, una ubicata in zona adiacente al centro cittadino e l’altra nella località turistica sarda di Arzachena (SS), entrambe acquistate dall’imprenditore negli anni della sua manifesta pericolosità, in un periodo caratterizzato da pratiche di sistematica evasione fiscale, come accertato dagli investigatori, e quando il dato della sproporzione aveva subito una decisa impennata.

La proposta presentata congiuntamente dal Questore e del Procuratore di Bologna è stata interamente confermata dal Tribunale e la confisca è stata eseguita.

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