È tornata a sorridere Nanny, una ragazza di 35 anni etiope che qualche giorno fa è stata sottoposta ad un delicato intervento di chirurgia vertebrale eseguito dall’equipe di Federico De Iure, Direttore dell’unità operativa dell’Ospedale Maggiore. La giovane accusava da anni un dolore invalidante, a seguito di un primo intervento chirurgico, post incidente stradale, eseguito presso l’ospedale di Addis Abeba nel 2017. Qui la donna era stata operata per una frattura vertebrale (L2) a causa della quale perse completamente l’uso delle gambe. Recentemente, però, Nanny non riusciva nemmeno a stare seduta in sedia a rotelle. Il dolore lancinante alla schiena non le consentiva più alcun movimento. Esso era infatti causato dalla mancata guarigione della frattura, verificata dall’instabilità della colonna per la rottura dell’impianto in titanio inserito nel primo intervento eseguito in Etiopia.

Dalla prossima settimana Nanny sarà accolta all’Ospedale di Montecatone per poter iniziare un percorso riabilitativo volto al recupero dell’autonomia nella cura e gestione della propria persona.

“Se potessi tornare indietro vorrei prendermi cura dei pazienti proprio come fate voi con me”. Queste le parole di gratitudine della giovane donna, mamma di due bimbi (di 8 e 10 anni), che da quando è stata vittima di un incidente stradale avvenuto in Etiopia 6 anni fa, vive la sua quotidianità in sedia a rotelle. Fu proprio quell’evento a stravolgere la sua vita privata e professionale. La donna, infatti, prima di quel brutto incidente, lavorava come infermiera nel reparto di Medicina Interna della città di Soddo, sempre attenta ai più fragili.

Nanny è arrivata a Bologna grazie a una straordinaria cordata di solidarietà che ha coinvolto in primis il Direttore del Centro di Soddo per Bambini di Strada “Smiling Children Town” (fratello di Nanny), il quale ha preso contatti con il segretario missionario dei frati Cappuccini delle Marche (Missioni Estere Cappuccini Onlus) che da oltre 50 anni si occupa di sviluppare progetti a tutela dei diritti dei bambini dell’Etiopia e del Benin. Proprio i Frati Cappuccini si sono rivolti dapprima all’Ospedale di Riabilitazione di Montecatone, a fronte del grande dolore provato nell’ultimo anno dalla giovane madre. La dottoressa Laura Simoncini, dopo una prima valutazione della paziente, ha subito colto la necessità di un re-intervento prima di qualsiasi riabilitazione. Pertanto, ha preso contatti con l’ospedale Maggiore di Bologna dove la donna è ad oggi ricoverata, in vista del trasferimento a Montecatone.

“L’intervento chirurgico eseguito qui al Maggiore è consistito nella rimozione del vecchio impianto, nonché nella sua sostituzione con uno di nuova generazione. Inoltre, nel corso delle 5 ore di intervento chirurgico sono stati inseriti innesti ossei per facilitare la guarigione definitiva della frattura, causa del dolore che affliggeva la paziente” ha spiegato Federico De Iure, chirurgo vertebrale del Dipartimento di Chirurgie specialistiche dell’Azienda USL di Bologna che ha operato la donna.

“Questo intervento testimonia la collaborazione più che decennale tra l’Ospedale Maggiore e l’ospedale di Montecatone” precisa Paolo Bordon, Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna. “Una sinergia che porta in diverse occasioni al re-intervento di pazienti complessi in carico al Centro riabilitativo. Ringrazio dunque chirurghi, infermieri, oss e amministrativi che hanno reso possibile un miglioramento della qualità di vita della giovane donna” conclude.

“Nanny è una donna determinata che ha affrontato un lungo viaggio nella speranza di migliorare la propria qualità di vita, ha sperimentato su se stessa tutti i problemi legati alla lesione midollare che non riguardano solo l’impossibilità a camminare ma anche le disfunzioni della vescica e dell’intestino. L’ingresso in Unità Spinale servirà a stabilizzare ulteriormente le condizioni cliniche post intervento e a recuperare, quanto più possibile, la sua indipendenza” ha commentato Laura Simoncini, direttore dell’Unità Spinale di Montecatone.

“Una cordata di solidarietà straordinaria, e una straordinaria dimostrazione di quanto il nostro servizio sanitario regionale sia in grado di fare, grazie alle competenze, alla disponibilità e alla collaborazione di professionisti e ospedali diversi, uniti dallo stesso obiettivo- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Questa è la sanità pubblica dell’Emilia-Romagna, capace di travalicare i confini nazionali per prendersi cura di chi ha più bisogno. Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono impegnati per portare a termine questa impresa e mando a Nanny un forte abbraccio, con l’augurio che possa recuperare al più presto”.

“Da sempre la nostra attenzione nei confronti delle popolazioni in difficoltà ci spinge a sostenere progetti che possano migliorare le condizioni di vita e di salute delle famiglie dell’Etiopia e del Benin. La storia di Nanny non poteva quindi lasciarci indifferenti. Per noi è stato un dovere morale prendercene cura, pertanto vogliamo davvero ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno aiutato sia dal punto di vista burocratico che sanitario. Senza questa sinergia e collaborazione sarebbe stato davvero difficile riuscire a portare Nanny in Italia. Un doveroso ringraziamento va anche al “Villaggio dei ragazzi sorridenti” di Pesaro con i quali abbiamo unito le forze per facilitare il rilascio del visto per l’accesso nel nostro Paese” chiosa Fra Francesco Pettinelli, responsabile Missioni Estere Cappuccini Onlus di Recanati.

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