La Cgil di Modena lancia l’allarme: “la nostra provincia negli ultimi mesi sta conoscendo una battuta di arresto sulla produzione industriale che porterà ad una situazione di incertezza nel 2024”.

“Infatti – affermano Roberta Orfello e Fernando Siena della Segreteria Cgil Modena – gli ultimi dati dell’Osservatorio Cgil (su dati Inps) sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali in Emilia Romagna, mostrano una tendenza alla crescita dell’utilizzo dell’ammortizzatore stesso: nel distretto ceramico nelle ultime settimane sono diverse le aziende che chiedono gli esami congiunti per la Cigo, con un calo della produzione che si attesta attorno al 20% nel settore.

Questo fenomeno, lo riscontriamo anche e soprattutto nelle imprese artigiane dove registriamo un forte incremento delle domande di Fsba (ammortizzatore sociale delle imprese artigiane) specie da parte delle imprese del settore meccanico e tessile.

Non è un caso che i primi a pagare una contrazione economica siano le lavoratrici e i lavoratori dell’artigianato, perché spesso le aziende tendono a re-internalizzare una parte del lavoro dato in esterno in presenza di una diminuzione degli ordinativi e della produzione”.

“Inoltre – aggiungono Orfello e Siena – nel settore delle piccole e medie imprese metalmeccaniche registriamo uno slittamento in avanti degli ordinativi produttivi previsti nell’anno.  

Non sono solo i lavoratori dell’artigianato e delle piccole e medie imprese a pagare questi primi segnali di crisi, ma ad essi si aggiungono anche i molti lavoratori precari con contratti di somministrazione o tempi determinati che rappresentano sempre la prima valvola di sfogo nelle imprese quando c’è una contrazione produttiva. Questo per la Cgil è inaccettabile.

Tutto questo la dice lunga sulle politiche industriali e la mancanza di un disegno organico dell’Esecutivo che guida il paese. Se non si affrontano questi problemi relativi al posizionamento dell’Italia nella suddivisione internazionale del lavoro, l’unica alternativa per continuare a “campare” è quella di svalorizzare il lavoro, lo vediamo anche nella nostra provincia con appalti, esternalizzazioni e lavoro precario.

Perché più la filiera, la catena del valore si allunga, più le condizioni di chi lavora si abbassano, anche per quanto attiene la sicurezza sul lavoro. Per rafforzare e creare una nuova cultura del lavoro ed eliminare il dumping contrattuale occorre intervenire sulla legislazione nazionale, ma anche in ogni luogo di lavoro attraverso la contrattazione territoriale e integrativa.

Politiche industriali e lotta al lavoro povero e alla precarietà sono fra le rivendicazioni che caratterizzeranno le mobilitazioni e lo sciopero nazionale del 17 e del 24 novembre” – concludono dalla Segreteria Cgil Modena.

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