foto Paolo Righi

È stata inaugurata questa mattina presso la Casa della Comunità Navile, alla presenza del Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna Paolo Bordon, del Responsabile della struttura Giampaolo Marino, della Presidente di Quartiere Federica Mazzoni, e dell’Assessore comunale Luca Rizzo Nervo, la mostra fotografica intitolata “Love Stories” a cura della fotografa Olga Scotto.

È stata inaugurata questa mattina presso la Casa della Comunità Navile, alla presenza del Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna Paolo Bordon, del Responsabile della struttura Giampaolo Marino, della Presidente di Quartiere Federica Mazzoni, e dell’Assessore comunale Luca Rizzo Nervo, la mostra fotografica intitolata “Love Stories” a cura della fotografa Olga Scotto.

10 scatti fotografici che immortalano bambine e bambini, mamme e papà, famiglie, soggetti che in tempi e luoghi diversi vogliono rimandare alle persone protagoniste dell’assistenza e della cura che ogni giorno ha luogo al terzo piano della Casa della comunità: l’area dedicata al materno infantile dove hanno sede la Pediatria di comunità, i consultori, gli spazi ludico-ricreativi per i più piccoli.

A caratterizzare le fotografie sono i colori e i giochi di luce e ombra propri dell’artista, il cui impegno quotidiano è quello di catturare e rendere eterne emozioni di qualche attimo di relazione intima e famigliare, restituendole all’osservatore attraverso l’arte della fotografia. Ed è proprio presso la Casa della Comunità Navile, luogo di cura e ancor prima di relazioni di vita, che questi scatti fotografici intendono non tanto e non solo abbellire le pareti, ma accompagnare e far sentire parte di una comunità le donne, gli uomini e i piccoli che vivono o attraversano questi spazi.

Olga Scotto, specializzata in scatti di famiglia, ha frequentato diversi corsi nella città di Buenos Aires, scegliendo di occuparsi nello specifico della fotografia Newborn. Affascinata fin da bambina della macchina fotografica ha fatto della sua passione una professione. “Mi piace raccontare storie che parlano d’amore e di cura per l’altro, di abbracci e sorrisi che possano generare il seme della gioia in ognuno di noi” spiega l’artista nel panello introduttivo alla mostra. “La fotografia è un’espressione del proprio essere e della propria essenza. Guardare un soggetto ritratto in fotografia è un po’ come scavare dentro le mille parti di sé. Questo ci permette di proseguire la nostra crescita personale vivendo le nostre passioni” conclude.

Ed è con questo augurio di introspezione e apertura alla comunità che l’artista desidera abbracciare tutti coloro che lavorano o vengono curati in questo luogo a lei caro. Frutto del desiderio di condividere una passione, nonché contribuire alla cura attraverso l’arte, la mostra “Love stories” desidera mettere al centro dell’attenzione il tema della relazione, quale elemento cardine per il benessere del singolo e della comunità.

Dopotutto, “coltivare relazioni” è proprio una delle 5 vie del benessere ed è oramai noto a tutti come questa strada possa concretamente aiutare ciascun paziente ad essere, ogni giorno di più, protagonista del proprio percorso di cura, momento di evoluzione, nonché di vita.

La mostra “Love Stories” rientra peraltro in un più ampio progetto, sostenuto e promosso dall’equipe di Cure Primarie della Casa della Comunità del Navile, finalizzato all’umanizzazione delle cure. Esistono infatti numerose evidenze scientifiche che dimostrano come l’ambiente fisico, la dimensione psico-sociale ed il valore terapeutico della relazione tra operatori sanitari e pazienti siano fattori decisivi nel processo di cura e nel modo con cui ciascuno reagisce alla malattia. Affiancare alla cura del corpo l’attenzione alla persona e a tutti i suoi bisogni è la mission del Sistema sanitario che a Bologna, attraverso le Case della Comunità, abita in prossimità dei cittadini e, in virtù della forte sinergia con gli enti di Terzo settore, consente di potenziare il valore della cura.

In questo progetto di umanizzazione delle cure e di valorizzazione delle relazioni sociali e sanitarie è da anni parte attiva il Collettivo Amalia che, nell’ambito di Salute a te! Festival Il Corpo delle Donne, Corpo sociale – Una lunga storia di interazioni, opera e collabora costantemente all’interno della Casa della Comunità Navile attraverso l’organizzazione di laboratori teatrali, di scrittura creativa e di danza rivolti a pazienti e personale sanitario, quest’anno avviati il 27 settembre scorso.

Il Collettivo Amalia rappresenta l’emblema di come gli Enti del Terzo Settore possano contribuire attivamente alla costruzione della Salute della comunità, intesa non tanto e non solo come un tema di carattere individuale, quanto piuttosto una sfida e un impegno collettivo. In questo senso l’accoglienza, l’attenzione ai bisogni specifici della popolazione, l’approccio culturale, multidisciplinare e integrato agli aspetti meramente sanitari sono ciò di cui le Associazioni si prendono cura ogni giorno per il benessere di chi abita il Quartiere Navile.

La Casa della Comunità Navile si configura dunque come una comunità di intenti aperta e inclusiva che – attraverso la partecipazione attiva di tanti, anche in virtù di donazioni e collaborazioni – è in grado di promuovere lo spirito proprio del “welfare culturale” in cui Benessere e Cultura si co-costruiscono attraverso la stretta contaminazione tra ambito sociale e sanitario.

foto Paolo Righi
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