«Un incontro necessario per condividere le prospettive del settore moda e la strada da percorrere nel futuro. Un confronto, anche con altri imprenditori, costruttivo e produttivo, in cui abbiamo delineato le strategie per un rilancio di tutto il comparto». Roberto Guaitoli, presidente Lapam Moda, commenta positivamente la tavola rotonda “Qualità e tracciabilità per un tessile sostenibile: formazione, innovazione e nuove sfide nelle politiche europee”, svoltasi presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.

L’evento è diventato l’occasione per ribadire alcuni punti-chiave della posizione confederale rispetto alle recenti azioni intraprese dalla Commissione Europea nell’ambito del settore tessile. In particolare, a partire dalla strategia sul tessile sostenibile lanciata nel 2022, l’UE ha lanciato numerose iniziative a carattere legislativo per ridurre le emissioni e i rifiuti prodotti dalla filiera della moda e abbigliamento. La proposta di regolamento sui prodotti sostenibili e la revisione della direttiva-quadro rifiuti sono soltanto due esempi dell’impegno messo in campo dall’Europa.

Un impegno sostenuto e rilanciato anche dall’associazione e dalle piccole imprese artigiane associate per promuovere la sostenibilità ambientale in uno dei settori a più forte, che deve però essere agevolata ed incoraggiata attraverso i giusti incentivi e strumenti normativi.

«Le nostre imprese guardano con interesse alla nuova spinta europea verso un settore tessile maggiormente sostenibile – dichiara Roberto Guaitoli, anche Presidente nazionale della categoria Abbigliamento di Confartigianato Imprese –. La nostra associazione è impegnata attivamente a livello territoriale nel supportare progetti che investono in sostenibilità e circolarità, sensibilizzando le imprese su questi temi. Esistono infatti molte esperienze pregevoli di raccolta, selezione, avvio al riuso e riciclo di materiali tessili post consumo, soprattutto in quei territori dove storicamente sono insediati distretti tessili di eccellenza. Tuttavia, è innegabile come siano ancora molte le barriere che frenano il percorso di transizione per un settore tessile resiliente, innovativo e sostenibile. I maggiori ostacoli vanno dagli assai noti vincoli burocratici all’assenza di politiche e strumenti mirati, dalle complessità normative per la valorizzazione dei rifiuti alla necessità di favorire lo sviluppo tecnologico in favore del riciclo e del recupero».

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