L’ennesima ed enorme tragedia sul lavoro accaduta qualche giorno fa a Brandizzo in Piemonte è solo l’ultima della tragica sequela di eventi che costellano quella che a tutti gli effetti è una guerra sotterranea e silenziosa. A questa si è aggiunta ieri anche la notizia del decesso, dopo due settimane di ricovero intensivo, di un rider napoletano investito il 20 agosto scorso durante lo svolgimento del proprio servizio. Un bollettino inaccettabile.

Il bollettino di una vera e propria guerra al lavoro come elemento base per costruirsi una esistenza libera, dignitosa, in salute e in sicurezza. Un attacco alla costituzione e ai suoi valori fondanti: le persone e il lavoro.

L’Assemblea Generale della Filt Cgil di Modena esprime il massimo cordoglio per questi tragici eventi per i quali peraltro il 4 settembre si è svolto uno sciopero di settore promosso dalle categorie sindacali nazionali a Vercelli.

Non si può morire di lavoro.

Serve inasprire le pene per le aziende inadempienti sul rispetto delle condizioni di sicurezza in ambiente di lavoro come già previsto del D.lgs. 81/08 e serve un radicale mutamento di paradigma che porti a considerare la sicurezza e la tutela della vita umana un investimento e non un mero costo da abbattere sull’altare del profitto fine a se stesso che tende ad azzerare il valore del capitale umano mercificando brutalmente l’esistenza delle persone assimilandole e meri e sacrificabili mezzi di produzione.

L’Assemblea Generale della Filt Cgil di Modena impegna le proprie rappresentanze sindacali a veicolare momenti informativi su salute e sicurezza sul lavoro anche prevedendo fermate spontanee e solidali circa tali temi nei luoghi di lavoro.

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