La prima impressione è che si tratti di una cosa se non inutile, decisamente poco rilevante. Il debutto nei distributori dei cartelli con il prezzo medio dei carburanti, reso obbligatorio dal Governo, arriva in coincidenza con il forte incremento di benzina e diesel. Un incremento a carattere meramente speculativo, che è stato percepito da tutti, a partire dalle famiglie in partenza per le vacanze. Unica eccezione quella del Ministro Urso, che in queste ore si è affannato attorno a grafici fantasiosi, utili a negare la diffusa richiesta di tornare alla riduzione delle accise.

Ma cos’è successo a Modena? Nulla di particolarmente rilevante. Si conferma il basso livello di competizione sui prezzi, e mancano le strutture particolarmente convenienti.

Dei distributori monitorati in città il 40% ha il prezzo della benzina al di sotto della media esposta, mentre il 59% ha un prezzo superiore. Uno soltanto ha lo stesso prezzo.

Se il range di prezzo, nella benzina, è di 0,16 centesimi tra il più economico ed il più caro, è fortissimo l’appiattimento nella fascia tra +0,05 cent. e -0,05 cent. rispetto al prezzo esposto. Una fascia dove si colloca ben l’80% dei distributori, e che corrisponde a 1,3 euro ogni 50 euro di benzina erogata. Non molto diversa la situazione del diesel.

Fuori dal capoluogo sembra particolarmente negativa la situazione dei Comuni del Distretto Ceramico. Sempre rispetto alla benzina, in questa area l’85% dei distributori risulta avere un prezzo superiore a quello medio. Una situazione che merita di essere approfondita.

L’esposizione dei prezzi medi non è di certo la risposta ad un mercato dalle caratteristiche sempre più selvagge, che penalizza cittadini e famiglie. Proprio la riduzione strutturale delle accise, che oggi gravano per circa il 40% sul costo dei carburanti, dovrebbe essere una delle strade da percorrere. Il Ministro delle Imprese Urso ha informato invece che in nessun modo il Governo ha intenzione di ripristinare la riduzione delle accise, ed ha ridimensionato i problemi, a partire dall’incremento dei prezzi dei carburanti, che ha negato.

Un “pieno” di ottimismo, quello del Ministro Urso, del quale non sentivamo il bisogno.

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