L’acquisto di macchinari e attrezzature. Infrastrutture telematiche e digitali nonché brevetti, licenze software, servizi applicativi o altre forme di proprietà intellettuale.
Ma anche consulenze destinate all’aumento della produttività, all’innovazione organizzativa, al trasferimento delle tecnologie, alla ricerca di nuovi mercati per il collocamento dei prodotti.

Sono questi gli ambiti che riguardano le 239 proposte progettuali approvate, sulle 300 pervenute, che la Regione, per sostenere la nascita e il consolidamento di piccole e medie imprese femminili in Emilia-Romagna, finanzierà con un contributo complessivo di quasi 7,2 milioni di euro che andranno a sostenere investimenti complessivi sul territorio emiliano romagnolo per quasi 21 milioni.

Visto il boom dei progetti presentati, la Regione ha più che raddoppiato le risorse iniziali destinate alla prima edizione della misura inserita nel programma europeo Fesr, passando da 3 milioni a oltre 7 così da finanziare tutte le richieste ammissibili a contributo. Inoltre, quadruplicano i contributi, rispetto ai 1,7 milioni stanziati con la prima edizione sperimentale del Fondo per l’imprenditoria femminile e women new deal, nato dalla Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere (legge regionale 6/2014, articolo 31) e nell’ambito del “Protocollo di intesa per valorizzare e rafforzare il ruolo e il protagonismo delle donne nell’economia e nella società regionali, approvato dalla Giunta nel novembre 2021”.

“Con il bando abbiamo intercettato un’esigenza reale e l’elevato numero di domande arrivate, oltre alla qualità delle proposte, rappresenta uno straordinario segnale da un territorio che vuole crescere in tutte le sue componenti -hanno sottolineato gli assessori regionale alle Pari opportunità Barbara Lori e allo Sviluppo economico e Lavoro Vincenzo Colla-. Dopo la positiva sperimentazione del 2021, con cui furono finanziati 107 progetti, rafforziamo e consolidiamo una misura innovativa, certi che esista un protagonismo delle donne anche in campo economico e che vada sostenuto con interventi concreti, per promuovere una crescita equilibrata di tutta la società regionale”.

Il bando appena chiuso era rivolto a piccole e medie imprese operanti in Emilia-Romagna, a “prevalente partecipazione femminile”, costituite nella forma di imprese individuali, se il titolare è una donna, oppure come società di persone o società cooperative in cui il numero di donne socie rappresenti almeno il 60% dei componenti la compagine sociale. Erano ammesse al finanziamento anche le società di capitali in cui le donne detengano almeno i due terzi delle quote di capitale e costituiscano almeno i due terzi del totale dei componenti dell’organo di amministrazione.

I finanziamenti
L’iniziativa della Regione, finanziata con risorse del Programma europeo Fesr 2021-27, prevede contributi a fondo perduto, fino ad un massimo di 80mila euro, per lo sviluppo di attività imprenditoriali a conduzione femminile, ma anche per dare un aiuto concreto, in un momento di alto costo del denaro, alle realtà aziendali “in rosa” che debbano ricorrere al mercato finanziario per effettuare nuovi investimenti.

L’importo medio degli investimenti previsti per ciascun intervento sfiora i 92 mila euro. Quanto alla ripartizione sul territorio, delle 239 finanziabili 17 arrivano dalla provincia di Piacenza, 8 da quella di Parma, 28 da quella di Reggio Emilia, 35 da quella di Modena, 60 dall’Area metropolitana di Bologna. I progetti dalla provincia di Ferrara sono 21, mentre 22 quelli dalla provincia di Forlì-Cesena, 24 da quella di Ravenna. Infine, dal Riminese sono 24 progetti.

Ecco chi sarà finanziato
Rispetto alla dimensione delle imprese finanziabili, il 75% sono microimprese o piccole imprese (22%) mentre, sul fronte della natura societaria, il 57% sono società di capitali (dove le donne detengono due terzi delle quote societarie o siano la stessa percentuale negli organi di amministrazione), il 23% ditte individuali (titolare donna) e il 20% società di persone (60% della compagine femminile).
Oltre la metà dei progetti prevedono di assumere personale.
Per quanto riguarda la filiera di appartenenza, un terzo dei progetti riguarda il terziario di base e avanzato (69 proposte), 32 progetti la cultura e il turismo, 24 l’alimentare, 19 la moda, 18 l’editoria e la comunicazione, 18 la sanità e il sociale e 18 il sistema casa.
Sono invece 56 (quasi il 24%) le imprese che intendono avvalersi, a copertura del costo degli interessi, dell’opportunità di accendere un mutuo per un totale di oltre 3,5 milioni di euro.
Oltre l’84,5% dei costi presentati riguardano acquisto di macchinari e attrezzature, infrastrutture telematiche e digitali rivolti ad aumentare la competitività e la qualità delle imprese gestite da donne, ed evidenziare, ove possibile, lo stretto legame tra le pari opportunità, il business aziendale e la qualità del lavoro.

 

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