«Il consiglio di sezione è sempre un momento molto importante, perché ci permette di riflettere sull’andamento delle imprese e sulle esigenze dei singoli territori. Quello di Finale Emilia, in particolare, assume ancora più valenza perché è proprio qui che, più di 60 anni fa, nacque la nostra associazione».

Carlo Alberto Rossi, Segretario Generale Lapam Confartigianato, ha introdotto i lavori del consiglio di sede dell’associazione di Finale Emilia e Massa Finalese, a cui hanno partecipato Gilberto Luppi, presidente Lapam, Giancarlo Affolter, segretario della locale sede Lapam Confartigianato, e Gabriele Sedezzari, presidente di sezione. Proprio il presidente ha analizzato l’andamento delle imprese del territorio illustrando l’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato. Da quanto emerge dalla ricerca, al 31 marzo 2023, ultimo dato aggiornato, sono 1.353 le imprese attive nel comune di Finale Emilia: rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il numero di imprese è diminuito del 4,3%. Analizzando il lungo periodo (primo trimestre 2007 – primo trimestre 2023) si sono perse complessivamente 341 imprese, pari a un -20,1%. Il calo più marcato si registra nei settori dell’agricoltura e nel commercio. «La crisi delle imprese, specie quelle del commercio – spiega il presidente Sedezzari – è certamente da imputare a fenomeni di scala internazionale, ma anche alle problematiche che si presentano nel territorio finalese. Il centro storico, con la presenza del cantiere di Piazza Garibaldi, limita e riduce il numero dei parcheggi. In più, la sosta non normata e la chiusura di Ponte Vecchio sono altri fattori che ostacolano il commercio. Auspichiamo che si intervenga rapidamente tramite la progettazione di un piano organico dei parcheggi acquisendo nuove aree in vista della prossima riapertura della piazza». Il presidente Sedezzari ha evidenziato, inoltre, altre problematiche condivise, quali la difficoltà di reperimento di personale per le aziende. «È fondamentale – conclude Sedezzari – continuare a essere un ponte tra mondo della scuola e mondo dell’impresa. Solo in questo modo riusciremo a colmare questo gap che rappresenta una delle criticità per le attività nel contesto moderno».

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