“Al momento non abbiamo ancora contezza dei contenuti del decreto e non sappiamo esattamente quante risorse verranno stanziate ed esattamente quali saranno le funzioni del commissario perché si parla solo di ricostruzione mentre abbiamo ancora tantissimi interventi urgenti da portare a termine. Almeno, come affermato ieri dal ministro Musumeci, che ringrazio per questo, si è fatta chiarezza una volta per tutte sul fatto che da parte della Regione Emilia-Romagna non c’è stato alcun ritardo nella consegna di quanto richiesto”. Così la vicepresidente della Regione, Irene Priolo, intervenendo questa mattina a Bologna durante i lavori della III^ Commissione dell’Assemblea legislativa per un aggiornamento sul post alluvione.

“Il codice di Protezione civile prevede che dal momento in cui viene emanata l’ordinanza sullo stato di emergenza nazionale si ha un tempo determinato per effettuare la ricognizione dei danneggiamenti e inviarla al Dipartimento nazionale. A quel punto, il Dipartimento, se ha la copertura finanziaria nel proprio fondo nazionale, provvede con una ulteriore ordinanza allo stanziamento del fabbisogno, chiedendo poi alla Regione di costruire il Piano degli interventi. Noi avevamo 90 giorni di tempo per la ricognizione dei danni, ma, con un anticipo di 40 giorni, in una settimana, abbiamo presentato non solo la ricognizione dei danni ma anche l’ulteriore riformulazione chiesta dal Dipartimento”, sottolinea Priolo.

“Questa è la scansione dei tempi applicata normalmente, anche quando gli eventi calamitosi riguardano un solo fiume e una sola comunità- prosegue-. Questa volta, con un fenomeno così complesso come quello accaduto in Emilia-Romagna, che ha coinvolto 160 Comuni in sette province, ci è stato chiesto di fare subito non solo la ricognizione del fabbisogno, ma anche quello che era previsto nel momento successivo, cioè la predisposizione di una proposta di piano. Lo dico al netto di tutte le polemiche, perché questa fase è complessa e va gestita, ma va anche compresa. Ricognizioni e operazioni complesse che abbiamo realizzato in tempi brevissimi grazie alla straordinaria collaborazione di Comuni e Province, del cui lavoro ci fidiamo, nell’ottica di una reciproca fiducia istituzionale, che va al di là del colore politico delle amministrazioni”.

La vicepresidente, con delega alla Protezione civile, ha poi dettagliato tutti gli interventi urgenti che sono stati consegnati alla Presidenza del Consiglio dei ministri via Dipartimento nazionale di protezione civile.

Il totale delle risorse necessarie evidenziate dalla ricognizione sono pari a 1,93 miliardi di euro: 10,6 milioni per l’assistenza alla popolazione, 422 milioni di euro per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua, 1,13 miliardi per il ripristino dei collegamenti viari e 368 milioni per altre tipologie di intervento.
Tra questi interventi, quelli già realizzati sono relativi a un importo di oltre 16 milioni di euro, mentre quelli in corso riguardano risorse per 507 milioni.

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