“Due uomini che diedero la vita per un insegnamento ancora oggi valido: la libertà richiede responsabilità, senso del dovere e impegno diretto e personale”. Sono le parole pronunciate nella mattinata di oggi, venerdì 26 maggio, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli in occasione del 192° anniversario dell’uccisione dei patrioti risorgimentali Ciro Menotti e Vincenzo Borelli. Il loro sacrificio è stato ricordato nei pressi del patibolo in piazzale Primo Maggio, a Modena, con una breve cerimonia.

“In un tempo come il nostro, segnato da guerre, invasioni e assalti alla democrazia – ha affermato Muzzarelli – la vicenda di Menotti e Borelli ci ricorda che solo restando unita l’Italia può svolgere un ruolo attivo per il rinnovamento e l’unità dell’Europa e per la pace”.

L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Modena e dal comitato di Modena dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, in collaborazione con la sezione di Modena dell’Associazione Mazziniana italiana e la federazione regionale dell’Associazione nazionale veterani e reduci Garibaldini. Alla commemorazione sono intervenuti, oltre al sindaco Muzzarelli, anche Mauro D’Orazi, presidente del Consiglio dell’Unione Terre d’Argine e consigliere comunale di Carpi; l’assessore del Comune di Fiorano Carlo Santini; il generale di divisione Davide Scalabrin, comandante dell’Accademia militare e il presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, comitato di Modena, Mariano Brandoli.
Ciro Menotti, carpigiano di Migliarina la cui tomba si trova a Spezzano, luogo d’origine della moglie, venne ucciso assieme al notaio Vincenzo Borelli, per ordine del duca Francesco IV d’Austria d’Este, il 26 maggio 1831 in seguito alla cosiddetta “Congiura estense” nell’ambito dei Moti che caratterizzarono quel periodo storico.

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