Marco Ghini e Dilia Giuggioli

Si aggirano attorno alle 500 le prestazioni annue che vengono erogate all’ambulatorio della Fibromialgia e del Dolore cronico diffuso, attivo al Policlinico di Modena dal 2019. Domani, venerdì 12 maggio, ricorre la Giornata Mondiale della Fibromialgia e questa rappresenta l’occasione per fare il punto su questo servizio erogato alla cittadinanza per otto ore settimanali, concentrate nella giornata del mercoledì. Il servizio è interaziendale AOU-AUSL, l’ambulatorio modenese rappresenta uno dei pochi dedicati alla Fibromialgia in tutta l’Emilia-Romagna e vede, accanto agli specialisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, quelli dell’Azienda USL, che operano sia sul territorio per garantire le cure ai pazienti sia presso l’ambulatorio del Policlinico in integrazione con AOU.

Si tratta di una esigenza già espressa nelle linee di indirizzo regionali per la diagnosi e il trattamento della Fibromialgia del 2018, ribadite nel dicembre 2021 con lo stanziamento a livello nazionale di 5 milioni di euro per lo studio, la diagnosi e la cura di questa malattia, 385mila dei quali assegnati all’Emilia Romagna.

La Fibromialgia rappresenta la patologia meglio conosciuta e più studiata tra quelle caratterizzate da dolore cronico diffuso: costituisce un modello ineguagliabile di dolore di origine centrale, ed è l’unica patologia classificata come “dolore cronico diffuso primario”, ovvero senza alcuna causa documentabile in quanto correlata ad una predisposizione genetica. In tutte le patologie che afferiscono a questo ampio gruppo di disturbi il quadro clinico può essere simile, ma i meccanismi patogenetici sono molto diversi tra loro e quindi un preciso inquadramento diagnostico risulta di importanza fondamentale per potere avviare un corretto approccio terapeutico. Esperienza comune alla maggior parte dei pazienti affetti da tali patologie è quella di un iter lunghissimo ed estremamente frustrante nonché dispendioso, costellato di innumerevoli visite specialistiche, accertamenti strumentali e terapie più o meno convenzionali che portano inevitabilmente nel tempo ad un peggioramento della sintomatologia dolorosa e della qualità della vita.

«In generale stiamo parlando di una patologia poco conosciuta sia a livello di medicina generale che di specialistica – spiega il reumatologo Marco Ghini, referente dell’ambulatorio Fibromialgia e Dolore cronico diffuso del Policlinico – molti pazienti che arrivano alla mia attenzione hanno fondamentalmente due problemi: diagnostico oppure terapeutico con abuso di antinfiammatori e cortisonici. Purtroppo restano imperanti anche in ambito medico molte fake news sulla Fibromialgia delle quali è bene diffidare ascoltando i consigli degli specialisti».

Proiettando le stime fornite dal Consiglio Superiore di Sanità (1,5%-2% della popolazione generale), la popolazione emiliano-romagnola affetta da fibromialgia risulterebbe essere compresa tra i 66mila e 89mila abitanti. La popolazione affetta potrebbe, comunque, essere superiore qualora si applicassero le stime internazionali (fino all’8% della popolazione generale, quindi circa 350.000 abitanti).

L’Ambulatorio della Fibromialgia e del Dolore cronico diffuso del Policlinico di Modena si occupa nello specifico di diagnosi, trattamento e follow-up dei casi più complessi. Si accede tramite prenotazione al CIP, su richiesta specialistica di un Reumatologo, Ortopedico, Fisiatra, Neurologo, Psichiatra, Internista, Gastroenterologo oppure Ginecologo. Il reumatologo inserisce a sua volta l’utente in un percorso terapeutico multimodale, inviandolo, se necessario, a valutazioni di altri specialisti per ottimizzare la strategia terapeutica (Farmacologica, Riabilitativa, Psicoterapeutica, Complementare).

«Della fibromialgia purtroppo non conosciamo le cause, non esistono misure preventive – conclude la Professoressa Dilia Giuggioli, direttore della Reumatologia del Policlinico di Modena – ancora oggi è molto difficile arrivare ad una sua diagnosi precisa e purtroppo non esiste una terapia medica specifica. Sappiamo però che incide grandemente sulla qualità di vita dei malati. Per questo è necessario sottolineare l’importanza di creare centri dedicati che fanno della multidisciplinarietà lo strumento fondamentale per la gestione del paziente con fibromialgia. La nostra esperienza è solo un primo passo verso la formazione di una rete che vedrà in campo non solo i reumatologi insieme a tutti gli altri specialisti e i medici di medicina generale, ma anche le associazioni dei malati, che come AMRER, contribuiscono fattivamente alla formazione, sensibilizzazione ed educazione del paziente. Il lavoro in team di tutti e i risultati della ricerca sulla fibromialgia la renderanno sempre meno “la malattia invisibile”».

LA FONTANA DI LARGO GARIBALDI A MODENA VIOLA PER LA FIBROMIALGIA

Venerdì 12 maggio la fontana del Graziosi in largo Garibaldi sarà illuminata di viola in occasione dell’iniziativa “Comuni d’Italia per la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla”. Il Comune di Modena, in particolare attraverso l’assessorato alle Politiche sociali e su proposta dell’Associazione Fibromialgia Italia Afi Odv aderisce all’evento anche grazie alla collaborazione con Hera Servizi Energia.

La fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica caratterizzata dalla disfunzione dei circuiti neurologici preposti alla percezione, trasmissione ed elaborazione del dolore dalla periferia al cervello. Non si tratta di una malattia psicosomatica, né di una malattia reumatica e nemmeno di una malattia rara visto che l’incidenza sulla popolazione è stimata fra il 2 e il 4 per cento. Colpisce prevalentemente le donne tra i 25 ed i 60 anni di età, anche se non sono rari casi in età pediatrica o durante l’adolescenza. Ad oggi il riconoscimento della Fibromialgia in Italia non è a livello nazionale, ma a macchia di leopardo in varie Regioni tra le quali appunto l’Emilia-Romagna.

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