ROMA (ITALPRESS) – “L’auspicio di tutti è di arrivare a una situazione di normalità all’interno degli stadi, ma dipende anche dai nostri comportamenti e linguaggi, ognuno può dare il suo contributo. Bisogna proseguire nell’opera che sta portando avanti con merito il ministro degli Interni Piantedosi. I club devono collaborare, cercando di mettere a disposizione filmati e indicando come indesiderati chi continua con questi cori razzisti e antisemiti. Fondamentali l’immediatezza dell’intervento e la decisione finale di tenerli fuori dagli stadi. Chi si comporta così non è un tifoso, è semplicemente un teppista”. Così Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. Fenomeni di violenza si sono spostati fuori dallo stadio, non è più un problema del mondo dello sport: “La violenza trova spunto anche nella mancanza di cultura e rispetto, vorrei che tutti insieme lavorassimo per riaffermare la supremazia del rispetto – ha proseguito Abodi – E’ un tema anche culturale, ha bisogno di strategie di lungo periodo, dalla scuola alle agenzie educative. Resta il fatto che negli stadi ancora succedono troppe cose: ricordo quello che è successo nella curva del Napoli qualche settimana fa. Ricordo lo scorso anno quando, per l’uccisione di un capo ultrà, viene fatta uscire tutta la curva. compresi bambini e famiglie. Il lavoro è lungo, ma ovviamente non è un tema sportivo, ma culturale-sociale. Tutti insieme dobbiamo dare il nostro contributo. Che questi episodi avvengano dentro lo stadio o in autostrada, in piazza o in una stazione ferroviaria il problema non cambia. Va affrontato con metodo e ho piena fiducia nella gestione dell’ordine pubblico”. Sul caso dell’ex arbitro Gavillucci, fatto fuori dopo aver sospeso Samp-Napoli per cori razzisti: “Non credo ci sia un collegamento. Il pensiero corre a quell’esperienza lì, ma cerchiamo di non dare significati che magari non hanno e voglio sperare che non ci siano. L’arbitro è parte del sistema che deve cercare di contrastare ed è al centro dei nostri pensieri. Ne approfitto per fare gli auguri di buon lavoro al neo-presidente Aia Pacifici”. Circa Calciopoli, Moggi dice aver spedito una chiavetta usb con tutte le intercettazioni anche ai vertici dello sport: “Se l’avessi ricevuta, l’avrei detto e l’avrei trasmessa all’autorità giudiziaria. Non ho ricevuto alcuna chiavetta, voglio dirlo forte e chiaro. Se vogliamo ripartire anche con una rivisitazione di ciò che è stato, dovemmo partire prima di tutto dalla verità dei fatti”. Capitolo Olimpiadi 2026 e tempistica lavori: “Il presidente del Cio Bach è quotidianamente informato. La metodologia di lavoro condivisa col Cio consente a Bach di essere aggiornato sulle attività sia della fondazione Milano-Cortina sia della società infrastrutture Milano-Cortina. Le strutture saranno meravigliose. Col presidente si parlerà soprattutto di geopolitica e del rapporto tra sport e la drammatica attualità della guerra”. Abodi torna anche sul dilemma circa gli atleti russi e bielorussi: “Escluderli o farli partecipare come neutri? Un mese e mezzo fa ho firmato una dichiarazione sottoscritta da tutti i ministri dello sport europei e anche da rappresentanti dello sport di Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone che prendeva una decisione sulla difficoltà di accettare atleti russi e bielorussi in assenza di un benestare da parte del governo ucraino. Stiamo perdendo, mi auguro non definitivamente, la possibilità di fare in modo che lo sport rimanga un corridoio diplomatico. Questo è un momento nel quale la compattezza del supporto dall’Ucraina purtroppo coinvolge anche lo sport. Per fortuna alle Olimpiadi manca ancora più di un anno, l’augurio di tutti è che si riaffermi la supremazia della pace”. Questione stadi: “Gli Europei 2032 che verranno assegnati a ottobre sono una grande opportunità. Sembrano fatti per noi, mancano nove anni. I nostri tempi nel costruire gli stadi li sappiamo: dobbiamo cercare di semplificare la costituzione del comitato interministeriale proprio a supporto degli Europei e per rafforzare la candidatura. In più abbiamo costituito una cabina di regia sui dieci stadi più uno (Palermo, ndr) coinvolti per gli Europei. C’è lavoro da fare e non c’è tempo da perdere”. Abodi, infine, si esprime sulla penalizzazione sportiva e sui suoi tempi: “Abbiamo bisogno di chiarezza, non è una tema di maglia. Si rischia di trasferire la dimensione della giustizia sportiva e ordinaria a una semplice partita di calcio, dove ci sono due squadre contrapposte. Invece dobbiamo essere tutti dalla stessa parte. L’importante è chiarezza e trasparenza, perchè l’opinione pubblica possa comprendere e uguale metro per tutti”.
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