da sinistra Andrea Cossarizza, Patrizia Natali, Tommaso Trenti, Umberto Basile, Maria Teresa Mascia e Daria Debbia

Dallo scorso mercoledì 15 fino alla giornata di venerdì 17 marzo, Modena ha ospitato tre giornate dedicate interamente alla Medicina di Laboratorio, tre distinti convegni sul ruolo sempre più fondamentale del laboratorio clinico nella gestione delle infertilità maschili e femminili, nell’uso appropriato e dell’efficacia dell’innovazione diagnostica e tecnologica, e sulla gestione della crioglobulinemia, una patologia rara ma di grande impatto clinico.

Complessivamente i tre meeting hanno visto la partecipazione di oltre 250 specialisti e di altrettanti da remoto, per un totale di 500 professionisti, che nelle varie sessioni di lavoro hanno approfondito lo stato dell’arte dei temi trattati, molto attuali e dibattuti.

Il primo appuntamento si è tenuto mercoledì, presso l’aula Vecchiati dell’Ospedale Civile di Modena, Baggiovara, con il convegno “La fertilità nel 21 secolo. Sinergie tra clinica, laboratorio e ricerca” organizzato dalla dott.ssa Laura Roli e dalla dott.ssa Maria Cristina De Santis. Il convegno si poneva come obiettivo di focalizzare le cause d’infertilità procreativa che affligge la società moderna, di fornire i dati epidemiologici di un fenomeno sempre più impressionante e di illustrare le più moderne tecniche diagnostiche efficaci per affrontare un problema di grande attualità.

Il giorno seguente, giovedì 16 marzo, presso il Teatro fondazione S. Carlo, si è svolto l’11°Convegno di Immunometria, test tradizionali e innovativi in medicina di laboratorio: appropriatezza e efficacia diagnostica”. L’evento, da molti anni organizzato con le Società di Medicina di Laboratorio più importanti sul piano nazionale con la presenza anche delle Società Europea e Mondiale, ha visto come relatori figure di spicco scientifico sia professionisti del laboratorio sia esperti clinici per illustrare le nuove affascinati possibilità diagnostiche con il valore aggiunto che i nuovi test di laboratorio possono apportare alla salute dei pazienti.

“Con quasi un milione di prestazioni eseguite a Modena – dichiara Tommaso Trenti, Direttore del Dipartimento Interaziendale ad Attività Integrata di Medicina di Laboratorio ed Anatomia Patologica – è di gran lunga la disciplina più familiare a tutti i cittadini ed i dati oggi ricavabili da un prelievo di sangue sono innumerevoli ed utili per prevenire, diagnosticare e curare le malattie. Molti autorevoli scienziati considerano le informazioni prodotte dal laboratorio clinico la Medicina di Laboratorio quale base della Medicina del ventunesimo secolo per la capacità di fornire informazione sempre più importanti per preservare e migliorare lo stato di salute del singolo individuo nel contesto delle condizioni cliniche del singolo individuo proponendo la migliore e più efficace delle cure possibili egualmente sulla singola persona questa rivoluzione ha il nome di medicina personalizzata. I lavori presentati in questi giorni hanno dimostrato come la realtà laboratoristica modenese sia pienamente allineata alle migliori prassi professionali nazionali e internazionali”.

Infine, nella giornata di venerdì, si è affrontato il tema della Crioglobulinemia. Laboratorio e clinica, una situazione caratterizzata “da una forte connotazione specialistica”, come dice la dottoressa Patrizia Natali che da anni organizza l’evento ove Modena è sicuro riferimento nazionale, ma che necessità di una collaborazione virtuosa per la corretta gestione di questa patologia rara ma importante.

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