I ristori previsti per le imprese penalizzate dal cantiere di Corso Roma non sono ancora stati liquidati e già si presenta la necessità di chiedere ulteriori sostegni. Le associazioni di categoria: “I lavori del cantiere sono in ritardo e procedono lentamente. Entro la primavera vorremmo riavere il corso riqualificato e fruibile, sia per i cittadini ma soprattutto per le attività commerciali del centro storico”

“Secondo le previsioni iniziali i lavori avrebbero dovuto concludersi prima di Natale ma ciò non è avvenuto”. Così intervengono le associazioni di categoria che aggiungono: “E’ vero che anche noi avevamo chiesto uno stop natalizio dei lavori per non compromettere l’andamento del mese commercialmente più importante dell’anno ma è vero anche che la fine lavori non sta rispettando i tempi”. 

“Le conseguenze per le imprese – commentano Confesercenti, Cna, Confcommercio e Lapam – penalizzate dal cantiere, già fortemente provate dai rincari energetici e delle materie prime, rischiano di essere catastrofiche: si registra mediamente una riduzione mensile dei ricavi non inferiore al 30 % rispetto al 2022. E’ chiaro che di questo passo qualcuno rischia di non sopravvivere fino alla riapertura di Corso Roma”.

“Innanzitutto – continuano le associazioni – è necessario imprimere un’accelerata alla esecuzione dei lavori, con l’auspico che in primavera i frequentatori del centro possano fruire di un Corso riqualificato e completamente percorribile. Ma in ritardo è anche la liquidazione dei ristori, inizialmente promessa entro il 2022. Per cui intanto è necessario procedere rapidamente alla erogazione dei ristori, i quali, visto i ritardi, sono adesso insufficienti. Le misure di sostegno, pensate per il periodo inizialmente previsto di esecuzione dei lavori, devono essere estese agli ulteriori mesi di chiusura di Corso Roma causa cantiere”. 

“Se non si interviene il rischio concreto è quello di vedere, al termine dei lavori, una porzione della città rigenerata e riqualificata dal punto di vista architettonico ma contemporaneamente spopolata di attività commerciali” concludono le associazioni.

 

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