Piccinini, Caramaschi e Ravaglia

Matteo Caramaschi, 47 anni, imprenditore agricolo di Reggiolo (Re), vicepresidente della latteria sociale Cavecchia e già presidente di Confcooperative Reggio Emilia, è il primo presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, la più grande realtà territoriale di Confcooperative, con 640 imprese associate, 135 mila soci, 47 mila occupati e 7,8 miliardi di euro di fatturato.

L’elezione di Caramaschi è avvenuta stamattina a Modena, a conclusione dell’assemblea costituente della nuova realtà organizzativa della cooperazione emiliana, nata dall’integrazione tra le Confcooperative di Modena, Bologna e Reggio Emilia.

Caramaschi è affiancato alla vicepresidenza da Daniele Ravaglia, già presidente di Confcooperative Bologna e presidente del centro servizi alle imprese B.More (140 dipendenti, 10 milioni di fatturato), e Carlo Piccinini, già presidente di Confcooperative Modena e presidente nazionale di Fedagri (organismo di rappresentanza delle coop agricole, agroalimentari e della pesca di Confcooperative).

Cristian Golinelli e Matteo Manzoni sono stati nominati, rispettivamente, segretario generale e direttore generale.

«Confcooperative Terre d’Emilia – sottolinea Caramaschi – nasce da tre realtà molto forti e radicate in un territorio che ha visto la cooperazione protagonista di straordinari processi di sviluppo in tutti i settori produttivi e di servizio che connotano il tessuto economico e sociale locale».

Affermazione, quella di Caramaschi, sorretta da cifre che dicono che nelle tre province emiliane si colloca il 50% delle cooperative attive in tutta la regione, con una quota del 57% su quelle giovanili e del 67,5% su quelle a guida straniera.

In casa Confcooperative Emilia-Romagna, le coop di Terre d’Emilia esprimono il 46,5% dell’occupazione complessiva e il 53,9% del fatturato.

«Dopo le sofferenze causate dal Covid, che hanno comunque visto la cooperazione in buona tenuta soprattutto sul fronte del lavoro – prosegue Caramaschi – abbiamo ripreso a crescere, tanto che le prime stime sul fatturato 2022 indicano una crescita del 7% rispetto al 2021, mentre nuove imprese sono nate e si sono insediate anche tante piccole comunità locali. E’ proprio in questo straordinario legame con il territorio – conclude Caramaschi – che oggi puntiamo a rafforzare la voce della cooperazione e i suoi progetti di sviluppo all’insegna di un’imprenditorialità che mira, primariamente, a generare lavoro, equità nelle distribuzione della ricchezza, giustizia sociale e nuovi elementi di coesione in una stagione attraversata da troppe lacerazioni sociali».

«Per questi obiettivi – aggiunge il vicepresidente Daniele Ravaglia – stiamo già lavorando da alcuni mesi anche sul versante dei servizi alle imprese, grazie a una riorganizzazione che ci ha portato alla creazione del più grande centro di servizi alle imprese in ambito cooperativo nazionale; una struttura – B.More – capillarmente presente nelle tre province con undici sedi e dotata di tutte le specializzazioni necessarie a sostenere lo sviluppo delle imprese».

«Terre d’Emilia – osserva il modenese Carlo Piccinini, vicepresidente – è una realtà emblematica, a livello organizzativo, dei processi di integrazione e dei progetti di filiera sui quali da diversi anni sosteniamo le nostre imprese, puntando a livelli di efficienza, di innovazione e di capacità di investimento i cui effetti si misurano in termini di aumento dell’occupazione, di tutela di territori e categorie fragili e di competitività sui mercati».

«Anche in questo senso – ha detto in assemblea il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – l’aggregazione che porta alla nascita di Confcooperative Terre d’Emilia è la direzione giusta per essere protagonisti nella competizione globale dando valore al territorio e rafforzando la cooperazione come pilastro fondamentale dell’economia e della società regionale».

«Terre d’Emilia è un vantaggio per i nostri territori, perché la cooperazione lavora dentro e per il territorio», ha aggiunto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli.

A salutare la nascita di Confcooperative Terre d’Emilia sono intervenuti il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana («state facendo anche voi un pezzo di cammino sinodale, perché questo è il tempo opportuno per camminare insieme»), Galeazzo Bignami viceministro ai trasporti e infrastrutture («il principio sul quale costruire il futuro è la sussidiarietà», ha detto, definendo poi le centrali cooperative un presidio di legalità), l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla («c’è un investimento straordinario da fare sul sapere», ha detto ricordando la nuova legge regionale per trattenere e attrarre talenti).

«Tra le priorità indicate al Governo, – ha concluso il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini.Gardini – c’è la necessità di sostenere il lavoro.

Quanto al superbonus 110%, andava rotta la spirale che ha visto troppi concorrere contro lo Stato con obiettivi fraudolenti, ma ora occorre dialogare su come accompagnare imprese e cittadini a un nuovo sistema di incentivi».

 

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