Maggiore sicurezza, riduzione del traffico – soprattutto quello pesante – nei centri urbani e riduzione dei tempi di percorrenza.

Sono questi gli obiettivi del tracciato della “nuova” Porrettana, nel tratto compreso tra Sasso Marconi e Vergato, nel bolognese, di cui oggi è stato presentato il progetto preliminare di fattibilità, alla presenza degli assessori regionali Andrea Corsini (Infrastrutture, Turismo e Commercio) e Igor Taruffi (Montagna), oltre che dei sindaci dei Comuni del territorio.

Il progetto, messo a punto da Anas grazie a un co-finanziamento della Regione, rientra nella convenzione di programma della società romana sottoscritta con viale Aldo Moro e che ora potrà essere valutato dai rappresentanti dei Comuni interessati.

L’opera, che avrà un costo complessivo di 656 milioni di euro e che dovrà essere finanziata dal Governo, consentirà di realizzare le varianti al vecchio tracciato e rendere così la strada più sicura, di velocizzare gli attraversamenti dei centri abitati di Vergato, Marzabotto e, soprattutto, di risolvere il nodo della rupe di Sasso Marconi.

Per quanto riguarda l’iter del progetto, non appena Anas consegnerà alla Regione lo studio definitivo di fattibilità economica-finanziaria si potrà procedere con gli atti per la progettazione definitiva e per il finanziamento, attraverso stralci funzionali, da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Oggi si apre il confronto coi territori- affermano Corsini e Taruffi- per risolvere criticità significative e dare risposte positive a cittadini e imprese di una zona importante del nostro Appennino. Deve però essere molto chiaro un punto. La Regione ha dato mandato ad Anas di realizzare uno studio di fattibilità cofinanziando il progetto per accelerare i tempi, perché va trovata e data una soluzione, ma ora tocca al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti inserire l’opera tra quelle prioritarie e finanziarla”.

“Senza la condivisione del Governo- chiariscono gli assessori- sarà infatti impossibile dare risposte concrete ai territori. Proprio per questo chiederemo un incontro con il Mit, per portare avanti, insieme ai Comuni, una infrastruttura strategica e prioritaria per la nostra montagna”.

Nella proposta progettuale sono stati considerati tutti i parametri per rendere l’infrastruttura meno impattante possibile: dal vincolo archeologico (relativamente in particolare all’area di Marzabotto) a quello paesaggistico, al rischio frane che comprende l’evitamento della rupe di Sasso Marconi, a quello idraulico, fino a quello acustico.

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