Nell’ambito dei servizi di controllo straordinari nella zona della “stazione storica” di Reggio Emilia disposti dal Questore – secondo le determinazioni assunte lo scorso dicembre in sede di Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto – e svolti congiuntamente da Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia locale, è scaturita – tra le altre – un’articolata attività investigativa che ha portato alla scoperta di un opificio di Novellara, in cui venivano confezionati ingenti quantitativi di capi presumibilmente contraffatti di note case di moda, ora posti sotto sequestro.

L’attività trae origine da un controllo svolto presso l’abitazione in zona stazione di un soggetto di etnia cinese, in cui gli operatori della Polizia di Stato del Posto di Polizia Turri e quelli della Polizia Locale hanno richiesto il supporto dei finanzieri reggiani, a seguito del ritrovamento di poche migliaia di euro.

I successivi approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno permesso di rinvenire, abilmente occultati tra le intercapedini della soffitta dell’appartamento, oltre 200.000 € in contanti, contenuti in alcuni sacchi, la cui origine e liceità è in corso di approfondimento.

Tenuto conto degli importanti precedenti penali del soggetto – quali associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio nonché sfruttamento della prostituzione – ed avuto riguardo all’evidente sproporzione tra l’ingente disponibilità di contanti, supercar e oggetti di valore detenuti in casa (casse di vino pregiato del valore stimato in 30.000 euro), a fronte di modeste dichiarazioni dei redditi, la perquisizione è stata estesa anche presso la residenza dell’interessato, individuata in Novellara.

In tale luogo, i finanzieri del Gruppo di Reggio Emilia e delle Tenenze di Guastalla e Correggio hanno quindi scoperto l’opificio, con all’interno – in precarie condizioni igieniche e di sicurezza – 5 lavoratori in nero di etnia cinese e circa 10.000 prodotti riportanti marchi presumibilmente contraffatti, tra capi di abbigliamento ed etichette, sottoposti quindi a sequestro e per i quali sono in corso accertamenti.

Sequestrati anche gli interi locali aziendali, i macchinari ed il furgone con cui veniva trasportata la merce; tutti riferibili al titolare di una ditta individuale – anch’esso di etnia cinese – e denunciato per contraffazione, oltre alle contestazioni elevate in materia di lavoro, attesa la posizione di irregolarità dei 5 soggetti trovati all’interno dell’opificio.

Il cinese dal quale è scaturita l’operazione è stato invece denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per riciclaggio, abusiva attività finanziaria, omessa dichiarazione dei redditi e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.

L’attività di servizio testimonia l’impegno della Guardia di Finanza a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica del territorio reggiano, soprattutto a livello economico-finanziario, oltre al costante presidio di legalità garantito a difesa del made in Italy e delle regole del libero mercato.

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