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Recentemente i Carabinieri del NAS di Bologna, nel corso di attività ispettiva mirata a garantire la sicurezza alimentare e la tutela della salute dei consumatori, hanno eseguito controlli nell’ambito della produzione, fornitura e vendita al dettaglio di preparati gastronomici.

Diverse le irregolarità di natura amministrativa riscontrate dai militari del NAS felsineo, in particolare nel Comune di Ferrara dove, in collaborazione con personale del locale Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL, è stata individuata e sospesa una fiorente rivendita al dettaglio di preparati gastronomici etnici già confezionati (sia a base di carne che di pesce), riportanti etichette incomplete e non conformi (carenti dell’indicazione degli allergeni e del termine minimo di conservazione).
In particolare, il personale veterinario intervenuto procedeva al blocco ufficiale – finalizzato alla successiva distruzione degli alimenti rinvenuti – mentre i Carabinieri del NAS effettuavano il controllo della società fornitrice (indicata sulle citate etichette), scoprendo che la sede legale di tale ditta, in provincia di Bologna, altro non era che un appartamento (abitato da cittadini extracomunitari) la cui cucina era stata abusivamente adibita a laboratorio, con tanto di materie prime (farina, olio, tonno, uova carni prive di tracciabilità), contenitori ed etichette corrispondenti a quelli esposti in vendita presso un negozio di generi alimentari di tipo etnico nel ferrarese.

Al momento dell’accesso, i militari sorprendevano una cittadina di origini africane intenta a cucinare specialità gastronomiche a base di carne, riscontrando come quegli ambienti di preparazione e stoccaggio, oltre a non essere autorizzati sotto il profilo sanitario, fossero in gravi condizioni igienico-sanitarie e strutturali, totalmente inidonei per un laboratorio alimentare.
Pertanto, su richiesta dei militari del Nucleo felsineo, personale dell’AUSL di Bologna disponeva immediatamente la sospensione dell’attività abusiva con diffida alla continuazione, comminando una sanzione amministrativa dell’importo di circa 10.000 €.
Mentre al market ove tali prodotti erano esposti, personale dell’AUSL di Ferrara contestava sanzioni per un importo complessivo di 3.000 € euro, per aver posto in vendita prodotti alimentari di provenienza non tracciabile.

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