Su delega della Procura Europea, la Guardia di Finanza di Modena ha concluso una complessa indagine che ha consentito di svelare una potenziale truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, co-finanziate con fondi nazionali e comunitari, elargite al fine di favorire la ricostruzione a seguito del grave terremoto che ha colpito il territorio emiliano nella primavera del 2012.

L’indagine, iniziata nel 2021, riguarda un’azienda agricola della bassa modenese, che, all’epoca dell’evento sismico, risultava non operante e che, pertanto, non avrebbe potuto ottenere i risarcimenti stanziati per la ricostruzione.

In tale ambito, i finanzieri hanno eseguito due decreti di sequestro preventivo, anche per equivalente, emessi dal Giudice per le indagini preliminari di Modena su input dapprima della Procura di Modena e poi della Procura Europea per un valore complessivo di circa 520.000 euro. I militari della Guardia di Finanza sottoponevano a sequestro, tra l’altro, tre immobili oggetto di ricostruzione – quindi da considerarsi provento diretto dell’illecito – nonché disponibilità finanziarie riconducibili al principale indagato. Il tempestivo intervento dell’Autorità giudiziaria ha permesso altresì il blocco della liquidazione del saldo finale, pari a oltre 200.000 euro, ormai pronto ad essere accreditato.

In particolare, gli accertamenti svolti dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena hanno permesso di appurare, attraverso riscontri sia documentali che sul campo, che l’azienda agricola in argomento aveva cessato tale attività nel marzo 2008, presentando domanda di cancellazione dal registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio (CCIAA) di Modena, per poi richiedere nel mese di gennaio 2013, quindi prima di proporre la domanda di contributo, una nuova iscrizione alla stessa CCIAA e all’Anagrafe delle Aziende Agricole della Regione Emilia Romagna.

Tuttavia, nell’autodichiarazione e nella documentazione allegata presentata per l’ottenimento del contributo, l’imprenditore ha dichiarato all’ente pubblico erogatore l’esistenza e l’operatività dell’impresa agricola anche nel periodo del terremoto del 2012, oltre al fatto che i tre immobili – poi ristrutturati e dichiarati ai fini fiscali come pertinenze dell’abitazione principale – fossero funzionali alla ripresa dell’attività produttiva.

Tali attestazioni, asseverate da perizie giurate riportanti circostanze non veritiere, inducevano in errore il Commissario Delegato per il sisma in Emilia Romagna, che riconosceva un finanziamento complessivo di oltre 700.000 euro in assenza dei requisiti di legge, somma di cui, come detto, in parte è stata bloccata l’erogazione con riferimento al saldo finale e, per la restante, è stato oggetto di sequestro per beni immobili e disponibilità finanziarie pari al valore del contributo già percepito.

La misura cautelare reale è stata emessa nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie, e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

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