Nell’aprile dello scorso anno, erano state eseguite dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna 9 misure cautelari nei confronti di sette italiani, un ecuadoregno e un albanese, ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope ed estorsione, e 19 perquisizioni ambito Province di Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Milano, Pisa e Como, nei confronti di altrettanti indagati nell’ambito del medesimo procedimento penale.

La complessa indagine, condotta dai militari della Compagnia Carabinieri di San Giovanni in Persiceto dal marzo 2020 mediante attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale, geo-localizzazione di veicoli e numerosissimi servizi di osservazione controllo e pedinamento, aveva consentito di accertare la presenza, nel territorio dei Comuni di Cento (FE), San Giovanni in Persiceto (BO) e zone limitrofe, di un sodalizio criminale dedito all’approvvigionamento di sostanze stupefacenti del tipo hashish, marijuana e cocaina, poi rivendute al dettaglio nelle citate aree. Le attività avevano permesso di dimostrare come i sodali, in più occasioni, si erano recati a Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna per rifornirsi dello stupefacente, proveniente dalla Spagna, e destinato alle piazze di spaccio, prevalentemente ubicate nella bassa bolognese.

L’attività di indagine aveva già consentito, per gli stessi reati, di arrestare in flagranza 6 soggetti e deferirne in stato di libertà ulteriori 30, di nazionalità italiana, albanese, marocchina ed ecuadoregna, rinvenire e porre sotto sequestro circa 28 kg. tra cocaina, hashish e marijuana.

A seguito di questi fatti il Tribunale di Bologna ha pronunciato la sentenza nei confronti dei soggetti che avevano chiesto il giudizio abbreviato, riconoscendo la sussistenza del vincolo associativo.

La condanna più alta è stata emessa nei confronti di un 34enne italiano, residente a Cento (FE): 8 anni e 6 mesi di reclusione, mentre nei confronti di altri cinque imputati, quattro uomini e una donna, tutti italiani, di età compresa tra i 33 e i 47 anni e residenti nelle Province di Bologna, Modena e Ferrara, sono state emesse condanne altrettanto pesanti che vanno dai 4 ai 7 anni di reclusione. Inoltre, tutti gli imputati sono stati dichiarati interdetti dai pubblici uffici in perpetuo ad eccezione della donna, interdetta per la durata di anni 5.

 

 

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