Berselli, Giberti e Bortolamasi

“Un tema complesso, fraintendibile e al confine tra luce ed ombra. La resa non è un arrendersi passivo in questa declinazione, la resa è un fluire, un grande atto di fede, un accogliere senza paura, senza giudizio gli accadimenti della vita. Un tema che verrà indagato, durante il festival, in vari modi: ci saranno artisti che racconteranno la resa rappresentata dalla morte, quindi il perdere qualcuno e arrendersi alla perdita e al lasciare il mondo che, prima o poi succede a tutti ma allo stesso tempo questo porta anche a una declinazione positiva e a un altro tipo di racconto, quello dedicato alla ciclicità della vita che ci insegna come, per ogni fine ci sia sempre un nuovo inizio”, commenta la Direttrice artistica del Festival, Nicoletta Giberti.

La fotografia dell’opera dell’artista è la protagonista del manifesto, come spiega ancora Giberti: “Ogni anno selezioniamo un’artista che interpreti il tema e ci dia una sua personale restituzione nel linguaggio che lo caratterizza. L’artista Enrica Berselli ha perfettamente capito la direzione della resa, e ce ne ha donato una visione potente, diretta, reale. Luci e ombre che si uniscono insieme in un affascinante connubio. La locandina è la fotografia di una delle sua opere, realizzata appunto per il festival, che rappresenta due mani, dove la sinistra blocca la destra ed è interessante perché ci mostra come a volte, per arrenderci, dobbiamo ascoltare il cuore, la parte appunto sinistra e “bloccare” quella invece più razionale”.

Realizzata in cera d’api, l’opera si ispira in tutto e per tutto al tema della resa, come spiega l’artista Enrica Berselli: “L’opera che ho realizzato per questa edizione del festival rappresenta un conflitto. Infatti, se da una parte tendo a non arrendermi mai, a non cedere mai alla “resa” con ciò che accade nella mia vita, a volte però sono consapevole che può essere una via per uscire da un “impasse”, da un vicolo cieco. Il conflitto è appunto, come si vede nell’opera, tra due mani che, come si può notare dalla loro collocazione, sono in dialogo tra di loro. Una rappresentazione che non è certamente casuale. Il tema della resa ha in sé un’ambiguità, quasi un’ambivalenza. Infatti, spesso l’istinto ci porta a pensare alla resa in negativo ma non è sempre così e questa opera, ma in generale tutti i miei lavori, seppur apparentemente possano dare l’impressione di raccontare la morte, invece svelano tanta rigenerazione, nascita e cambiamento”.

L’opera attualmente è in esposizione presso il Complesso San Paolo a Modena per la mostra “Figlie del fuoco” e durante il festival sarà visibile presso lo studio di Alice Padovani, nel Quartiere Tempio, dove si svolge anche il festival, dedicato alle fiabe che si rivolge esclusivamente a un pubblico di soli adulti.

Enrica Berselli, classe 1984. Si laurea con lode in Lettere Moderne a Bologna e in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, con una tesi sulla ritualità iniziatica e funebre nell’arte contemporanea. Disegna e dipinge in uno studio ivaso da reperti minerali e organici, objets trouvés e memorabilia. Le sue opere sono incursioni temporanee in realtà micronizzate in cui il riconoscibile diventa altro da sé e si ammanta di nuovi e oscuri significati.

Il Festival della Fiaba nasce da un progetto di Nicoletta Giberti che, da anni, indaga attraverso linguaggi eterogenei il genere “Fiaba” con uno sguardo ampio e profondo: l’ottava edizione, dedicata alla “Resa”, sarà dal 9 all’11 settembre al Filatoio e in varie location nel Quartiere Tempio, adiacente al Museo casa Enzo Ferrari, vicino al centro storico di Modena. Un festival che vedrà, come ogni anno, un programma ricco di appuntamenti. Non mancheranno le conferenze che, per questa edizione saranno tre curate rispettivamente da Alessia Napolitano, Angela Di Bartolo e Gianluca Ruggeri che andranno ad indagare il tema della resa in diverse declinazioni.

foto: Enrica Berselli, Nicoletta Giberti e l’assessore alla cultura del comune di Modena, Andrea Bortolamasi

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