Vincenzo Colla (Copyright Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore Ballardini Pietro)

“Un piano industriale dal quale avviare la discussione. Ora però bisogna rafforzarlo e assicurarlo con tutti quegli aspetti che garantiscano, con certezze economiche e commerciali, anche il futuro dell’intero comparto della chimica in Italia, tra cui quello del petrolchimico di Ferrara e di Ravenna, con essi le molte filiere produttive dell’Emilia-Romagna collegate, dall’edilizia all’automotive, fino al biomedicale e al tessile”.

Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla, in seguito al tavolo ministeriale che, ultimati i lavori sul piano tecnico, ha presentato il “Progetto Porto Marghera”, un piano di riconversione del polo chimico veneto dopo la chiusura dell’impianto di cracking che si svilupperà nei prossimi anni e prevedrà, per il periodo 2022‐2025, investimenti di circa 530 milioni di euro. Al primo confronto erano presenti i futuri firmatari del Protocollo d’intesa che regolerà il ‘progetto’ industriale e le sue ricadute nei diversi territori italiani, ovvero i Ministeri dello Sviluppo Economico e della Transizione Ecologica, le Regioni Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna, il Comune di Venezia, Eni Spa, Versalis Spa, Eni Rewind Spa e Fictem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Ugl Chimici e Fialc Cisal.

Ribadito che la chiusura del cracking a Marghera è stato “un grave errore di politica industriale a garanzia delle nostre filiere industriali”, Colla ha rilevato che “sul testo dell’accordo servono maggiori garanzie e approfondimenti sugli investimenti, per capire ad esempio le conseguenze sulle forniture e l’impatto sociale”.

Per l’assessore è inoltre fondamentale discutere un protocollo che interessi l’intero quadrilatero Padano, non solo Marghera, per questo ha chiesto che alle riunioni istituzionali siano presenti tutti i sindaci interessati e non solo quello di Venezia.

“Io voglio conoscere anche il piano di sviluppo industriale locale”, ha specificato Colla, che ha ribadito: “oggi non sono in condizione di firmare un testo se non ho garanzia di un accordo commerciale fra Eni-Versalis e Basell. Tanto più che ho confermato la richiesta di un incontro dei due gruppi al Ministero dello Sviluppo economico, affinché il Governo faccia da garante, perché la responsabilità di questo accordo commerciale è di entrambi i gruppi ed è condizione indispensabile per garantire il futuro e lo sviluppo innovativo al petrolchimico di Ferrara”.

 

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